È iniziato, venerdì 4 novembre, il licenziamento di massa dei dipendenti di Twitter deciso da Elon Musk. A riferirlo, dopo le voci delle scorse ore che annunciavano i tagli, è il New York Times, che ha visionato una copia della mail inviata ai dipendenti.
Si tratta di una delle prime decisioni prese da Musk, a pochi giorni dall’acquisizione della piattaforma per 44 miliardi di dollari. “Circa il 50%” dei dipendenti di Twitter “sarà colpito” dai licenziamenti, rivela un documento interno del social network consultato dall’Afp. Intanto, in California è stata avanzata da un gruppo di dipendenti licenziati una class action contro Twitter, accusata di aver violato le leggi dello Stato sul lavoro con i licenziamenti di massa.
La mail di cui parla il Nyt è stata inviata ai dipendenti di Twitter giovedì sera. Nel messaggio si chiede ai lavoratori di andare a casa e non tornare in ufficio venerdì, mentre si procede con i tagli. Non è chiaro quante siano di preciso le persone che perderanno il lavoro: secondo alcuni giornali internazionali, che citano fonti interne all’azienda, su 7.500 dipendenti ne saranno licenziati circa 3.700, cioè la metà. Secondo le stesse fonti, Musk vorrebbe anche abolire – per i dipendenti che si salveranno – la politica del “lavoro da ovunque” e chiederà a tutti di tornare in ufficio, anche se non esclude eccezioni.
“Nel tentativo di riportare Twitter su un percorso sano, venerdì avvieremo un difficile processo di riduzione della nostra forza lavoro globale. Sappiamo che ciò avrà un impatto su un certo numero di persone che hanno dato un prezioso contributo a Twitter, ma questa azione è purtroppo necessaria per garantire il successo dell’azienda in futuro”, si legge nella mail arrivata ai dipendenti di Twitter, visionata dal Nyt.
Intanto, in California – dove la società ha sede – un gruppo di ex dipendenti di Twitter ha presentato una class action al tribunale di San Francisco contro l’azienda di Elon Musk accusandola di non aver ricevuto il preavviso di 60 giorni stabilito dalla legge e di aver appreso del proprio licenziamento solo giovedì, quando hanno trovato i loro account bloccati.
Molti impiegati hanno infatti cominciato a raccontare sui social media di non poter più accedere ai loro account, scoprendo così di essere stati cacciati. Come specifica il New York Times, le leggi federali degli Stati Uniti e quelle della California richiedono alle aziende di dare un certo preavviso per realizzare licenziamenti di massa come e non è chiaro se l’azienda di Elon Musk lo abbia fatto.
Anche Volkswagen si unisce agli altri marchi nella guerra al nuovo Twitter di Elon Musk, decidendo di sospendere momentaneamente la pubblicità sulla piattaforma. “Abbiamo raccomandato ai nostri marchi di sospendere l’attività su Twitter, almeno fino a quando non verrà fatta chiarezza sulla localizzazione dei contenuti”, ha dichiarato la casa automobilistica tedesca.
La decisione definitiva arriverà dopo che saranno più chiari gli sviluppi che Musk vuole dare all’acquisizione del social network, visto che finora le sue idee sulla gestione e il trattamento dei dipendenti hanno suscitato scalpore. Il miliardario ha promesso anche di agire contro account falsi e spam ma è stato lui stesso a diffondere una teoria del complotto sull’aggressione al marito della speaker della Camera, Nancy Pelosi. Infine, suscita ancora parecchie perplessità l’idea di Musk di far pagare gli account verificati.