La Commissione europea proporrà un obiettivo obbligatorio di riduzione dei consumi di elettricità durante le ore di picco. E’ quanto trapela dalla bozza del regolamento in materia di energia: secondo il documento, l’obiettivo obbligatorio comporterebbe la selezione di 3 o 4 ore per giorno della settimana in cui ridurre i consumi lasciando agli Stati un “margine di discrezionalità” circa la scelta degli orari.
La fascia oraria in cui implementare la riduzione dei consumi, si legge sulla bozza, “potrebbe includere anche quelle nelle quali la generazioni di elettricità da fonti rinnovabili è bassa”. Il target della riduzione dei consumi non è però quantificato e sarà oggetto di dibattito anche nella mattinata di domani quando si riunirà il collegio dei commissari.
La settimana scorsa l’orientamento della Commissione era quello di una riduzione del 10%. La quantificazione del taglio mensile viene fatta con il raffronto con lo stesso mese nel “periodo di riferimento”, basandosi sulla media dei consumi dei 5 anni precedenti al periodo 1 novembre-31 marzo nel quale l’Ue chiede il taglio della domanda.
La bozza propone anche un limite obbligatorio ai ricavi degli operatori che producono energia da rinnovabili, nucleare e lignite, cioè diverse dal gas. Il limite si applicherà ai ricavi per MegaWatt ora di elettricità prodotta. Le eccedenze di ricavi derivanti dall’applicazione del cap dovranno essere ‘girate’ a cittadini e imprese “esposti a prezzi elevati dell’energia elettrica”, con gli Stati a decidere le misure redistributive più adatte.
Infine, si legge ancora nella bozza, gli Stati membri saranno obbligati a introdurre un contributo di solidarietà eccezionale e temporaneo per l’industria fossile, “sulla base dell’utile imponibile realizzato nell’anno fiscale 2022” e solo in quell’anno. Le proposte passeranno via articolo 122, cioè direttamente dagli Stati, che potranno emendarle e approvarle a maggioranza qualificata.
Non c’è invece alcuna misura sul price cap al gas nelle prime bozze sul pacchetto di proposte che la Commissione Ue è chiamata a varare nel collegio dei commissari di martedì. A quanto si apprende l’esecutivo Ue dovrebbe muoversi su tre dei cinque pilastri contenuti nel documento non ufficiale pubblicato prima del Consiglio Affari Energia: il taglio ai consumi dell’elettricità, la tassazione agli extra-profitti e il contributo di solidarietà.
Sul price cap invece una fonte europea ha fatto sapere che “la questione è aperta”. Con un’appendice: lo scetticismo sul tetto al prezzo del gas russo è motivato dal fatto che, ora che Mosca ha chiuso i rubinetti, la mossa potrebbe essere davvero marginale; d’altra parte, il price cap a tutto il gas importato in Ue, anche se si raggiungesse il necessario consenso, è una misura che richiede ulteriore approfondimenti, sia da parte dell’esecutivo Ue sia delle capitali europee.
E sul tema del price cap si è espressa anche la Norvegia, dicendosi “scettica” sulla possibilità di un tetto al prezzo europeo all’import di gas e sostenendo che la misura non risolverebbe i problemi di approvvigionamento dell’Europa. Lo ha detto il premier norvegese Jonas Gahr Store: “Siamo d’accordo sull’avere un dialogo ancora più stretto con l’Ue in futuro sulle diverse proposte che sono sul tavolo. Stiamo affrontando le discussioni con una mentalità aperta, ma siamo scettici riguardo a un prezzo massimo per il gas”, ha spiegato.