Emergono nuovi dettagli sul blitz dell’FBI nella residenza di Donald Trump in Florida. Il Bureau ha avvertito il Secret Service un’ora prima dell’esecuzione della perquisizione, come riportano la alcune fonti. L’ex presidente ha in mano il mandato e quindi, insieme a suoi legali, è fra i pochi a sapere con esattezza cosa l’FBI cercasse. Nel corso del blitz sono state sequestrate 10 scatole di materiale.
Il raid dell’FBI potrebbe avere avuto come obiettivo quello di accertare se l’ex presidente o i suoi alleati avessero consegnato o meno i documenti e gli altri materiali proprietà del governo. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti, secondo le quali le autorità hanno iniziato a dubitare negli ultimi mesi sui documenti restituiti da Trump, sospettando che alcuni fossero stati trattenuti dall’ex presidente.
Il blitz dell’FBI è durato oltre 9 ore, dalle 9 del mattino alle 18:30. I 30 agenti federali hanno passato al setaccio l’area privata di Mar-a-Lago dell’ex presidente, perquisendo l’armadio di Melania e trascorrendo ore nell’ufficio riservato di Trump, come scrive il New York Post citando alcune fonti, secondo le quali il mandato con il quale l’FBI ha perquisito l’intera proprietà riguardava solamente carte e documenti secretati.
Intanto, il ministro della Giustizia americano Merrick Garland è nel mirino delle critiche per il blitz, così come il direttore dell’FBI, Christopher Wray. I repubblicani compatti chiedono loro una spiegazione per un’azione senza precedenti. “È necessario che si spieghi cosa ha portato” alla perquisizione, afferma il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell. Il Dipartimento di Giustizia però non commenta.