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Aumentano gas, petrolio e materie prime, Borse al collasso

| 25 Febbraio 2022 | ECONOMIA

Petrolio ai massimi da sette anni, vola il prezzo del gas, crollano le Borse: l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, come previsto, non sta lasciando indifferenti i mercati finanziari mondiali.

Gli indici orientali hanno chiuso in forte ribasso: Tokyo in calo dell’1,8%, Seul del 2,6%, Shanghai dell’1,7%, Shenzhen del 2,4%, Hong Kong del 3,2%.

La Borsa di Mosca, fermata più volte per limitare la volatilità e le vendite innescate dalla guerra in Ucraina, termina la seduta con un calo dell’indice Moex pari al 33,28% mentre l’indice in dollari Rts lascia sul terreno il 38,3%. In caduta il rublo che ha perso oltre il 7% sul dollaro: al cambio attuale ci vogliono 87,28 rubli per un biglietto verde.

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Male tutti i principali indici europei. Piazza Affari chiude la seduta in forte calo. L’indice Ftse Mib lascia sul terreno il 4,1% a 24.890 punti e torna sui valori di luglio 2020. Il Ftse All Share di Piazza Affari ha chiuso la seduta con un calo del 3,99% che equivale a 30,3 miliardi di capitalizzazione ‘bruciati’ in una sola seduta. Giù anche le altre piazze: Francoforte segna un calo del 3,96%, Parigi cede il 3,83% mentre Londra perde il 3,88%.

Spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni in forte calo: il differenziale ha concluso la seduta a 164,5 punti base dopo un avvio a quota 176. Il rendimento del prodotto del Tesoro è all’1,81% contro una partenza a quota 1,9%. A favorire la discesa dello spread e del tasso dei bond italiani sono state soprattutto le dichiarazioni di componenti della Bce, secondo i quali la banca centrale con la crisi ucraina potrebbe rallentare l’uscita dal programma di acquisto titoli e di sostegno all’economia.

Le banche italiane sono fra le più esposte, con quelle francesi, verso la Russia con 25,3 miliardi dollari ai quali vanno aggiunte altre esposizioni potenziali come i quasi 6 miliardi di  garanzie. Emerge dalle tabelle della Bri, la ‘banca centrale delle banche centrali’ con sede a Basilea, che riporta i dati a fine terzo trimestre 2021. Gli istituti francesi sono esposti per 25,1 miliardi, quelli austriaci per 17,5 e gli statunitensi per 14,6. Le banche tedesche si limitano a 8 miliardi.

In forte aumento anche i prezzi delle materie prime alimentari. Sale soprattutto quello del grano, di cui l’Ucraina è grande esportatore, in aumento di quasi il 6%. Il mais segna un +5,5%, ai massimi da 33 mesi, e la soia un +2,87%, mai così in alto da 9 anni e mezzo.  Il rischio è che si creino effetti a catena sui prezzi dei prodotti di base quale pane e pasta.

È corsa intanto ai beni rifugio, con l’oro che balza del 2,4% a 1.940 dollari l’oncia, ai massimi da gennaio 2021. Il platino sale al top da 14 settimane a 1.100 dollari alla tonnellata. Anche il palladio è ai massimi da 24 mesi.

TAG: Borse, Gas, Oro, Petrolio
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