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Università: in aule solo chi ha la certificazione Green Pass

| 26 Agosto 2021 | CRONACA

A differenza di ciò che accadrà nelle scuole, dal primo settembre per accedere alle università italiane sarà necessario il Green Pass, non solo per docenti e dipendenti ma anche per gli studenti. La decisione è stata presa dal governo una ventina di giorni fa, ma di fatto non sono ancora state fornite linee guida specifiche. Ecco cosa sappiamo finora.

Secondo il decreto, l’obbligo di Green Pass scatta dal primo settembre e vale, per ora, fino al 31 dicembre, termine dello stato di emergenza. Il possesso del certificato verde non si applica alle persone che, con certificazione medica, risultano esentate dal vaccino.

Per il personale universitario e AFAM, l’assenza causata dalla mancanza di certificazione verde verrà considerata assenza ingiustificata. Dal quinto giorno di assenza è prevista la sospensione del rapporto di lavoro con la retribuzione o qualsiasi altro emolumento.

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Per il personale scatteranno controlli ad hoc, ad esempio con i lettori a Qr code, mentre le verifiche sugli studenti dovranno essere svolte a campione con le modalità che ogni università individuerà.

Resta l’obbligo di usare le mascherine per consentire lo svolgimento in presenza di attività e servizi, a meno che alle attività didattiche e curriculari partecipino esclusivamente studenti che abbiano completato il ciclo vaccinale, o con un certificato di guarigione in corso di validità.

Viene raccomandato il rispetto di almeno un metro di distanza. Rimane vietato l’accesso agli atenei alle persone che hanno una temperatura superiore a 37,5 °C. Sono molte le università che comunque continueranno a offrire servizi di didattica a distanza per garantire il diritto allo studio.

A Padova, per esempio, Rosario Rizzuto e Daniela Mapelli – rispettivamente attuale rettore e futura rettrice dell’università – hanno inviato una lettera agli studenti per spiegare i motivi per cui l’accesso “alle lezioni in aula, senza turnazioni” è destinato a chi è in possesso del Green Pass. Allo stesso tempo, però, chi non ne è in possesso o è impossibilitato a raggiungere la sede universitaria potrà “fruire da remoto la lezione“.

In attesa delle linee guida per l’attuazione delle misure del decreto, il coordinamento universitario Link ha lanciato una proposta: “Siano predisposti hub vaccinali presso gli atenei – accessibili anche ai fuori sede che non hanno la residenza nella città in cui studiano – e vengano garantiti tamponi gratuiti a studenti, ricercatori, docenti e personale per permettere l’accesso agli atenei”.

Secondo il coordinatore nazionale Lorenzo Morandi, “è giusto spingere sulla campagna vaccinale, ma il Green Pass non deve diventare uno strumento che discrimina a priori chi non ha ancora il vaccino”.

Con l’autonomia di cui godono le università, c’è anche il rischio di trovare regole diverse da un ateneo all’altro, come sulla gestione delle mense.

La regola generale vuole che anche le mense siano sottoposte all’obbligo di Green Pass. Ma, per esempio, l’Opera universitaria di Trento ha deciso che gli studenti debbano esibire il certificato verde solo per il consumo ai tavoli e non per il solo accesso alla mensa, mentre i docenti dovranno averlo in ogni caso. Alla Statale di Milano, anche le residenze universitarie saranno accessibili solo con il Green Pass.

Nelle università toscane, per prenotare il posto in aula sarà utilizzato il sistema Kairos – già sperimentato – con prenotazione on line, Qr code e tornelli all’ingresso dei plessi.

TAG: governo, Green Pass, università
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