La Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte (BiASA), collocata presso Palazzo Venezia a Roma, dopo la chiusura del primo lockdown nazionale nel 2020, non ha più riaperto al pubblico. La CUNISTA (Consulta Nazionale per la Storia dell’Arte), ha organizzato una petizione al Ministro della Cultura Dario Franceschini per sollecitare al più presto la riapertura. L’ultimo annuncio della Biblioteca sul sito, risale al 6 novembre 2020, in cui per l’Emergenza Covid-19 si comunica che resta “chiusa al pubblico e sospende la fornitura di scansioni digitali”. Un vero danno per gli studiosi, considerando che è “l’unica specializzata in archeologia e storia dell’arte a livello nazionale”.
La Biblioteca Specializzata, ha sede a Piazza Venezia, nel Palazzo Rinascimentale, costruito tra il 1455-1467 e voluto dal cardinale veneziano Pietro Barbo. Inizialmente viene usato prima come residenza papale, poi come Ambasciata della Repubblica di Venezia, da cui prendono il nome, l’edificio e la piazza e dopo per l’Ambasciata Austriaca. Il luogo accoglie nomi illustri come Mozart, che a soli quattordici suona per il Papa.
Dal 1916 il Palazzo diventa proprietà dello Stato Italiano e dal 1921 viene scelto da Mussolini “come sede del governo fascista”. Noto per i discorsi del Duce sul balcone con il saluto fascista, simbolo del periodo. Lo stesso balcone dove una volta Papa Paolo II dimora e ammira le corse dei cavalli.
Il Palazzo oggi ospita il Museale Romano, l’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte e la ricca Biblioteca, una vera rarità culturale. Il nucleo originale della Biblioteca risale al 1875 annessa allora alla Direzione degli Scavi e dei Musei, denominata “poi delle Antichità e Belle Arti”. Trova una posizione definitiva nel 1922, quando la Biblioteca viene aggiunta all’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte a Palazzo Venezia, fondato quell’anno per opera di Corrado Ricci.
Il Fondo nel tempo si arricchisce di nuove donazioni d’arte, tra cui quello del bibliotecario salernitano Rocco Pagliara, la collezione di Rodolfo Lanciani e altre raccolte di Louis Gonse, Corrado Ricci, Rodolfo Kanzler, Ugo Monneret, Giulio Quirino Giglioli e Attilio Rossi. Fino ad arrivare all’attuale patrimonio librario con circa 370.000 volumi e 3.900 periodici e altro materiale grafico, multimediale, opuscoli.
Il patrimonio bibliografico comprende sezioni e documenti d’arte, archeologia, arte orientale, stampe, disegni, illustrazioni, manifesti teatrali. Inseriti e catalogati dal 1998 nel Servizio bibliotecario nazionale (SBN) e parte del Polo della Biblioteca Nazionale Centrale, che permettono la visibilità del posseduto anche con una semplice ricerca nei cataloghi online. Dal 2015 fa parte del Polo Museale del Lazio, scelta ritenuta per tanti “una incongrua riforma che l’ha sottratta al sistema delle biblioteche statali”, come se fosse una “biblioteca di servizio interno a un museo e non una storica e prestigiosa biblioteca statale di livello internazionale”. Forse anche quest’aspetto andrebbe rivisto, per cercare di metterla in luce e non intervenire oscurandola. Inoltre sembra che la Biblioteca dovrebbe essere spostata a Palazzo San Felice e “gestita da una Fondazione”.
Intanto è un vero peccato che tutta la ricchezza del posseduto, accresciuto di anno in anno, tra doni e acquisizioni, abbia le Porte Chiuse. Senza contare la sede distacca della Biblioteca nel Palazzo del Collegio Romano, una volta sito anche della Biblioteca Nazionale Centrale, che accoglie alcuni fondi antichi e moderni per esigenze di spazi.
La sede monumentale è caratterizzata dalla splendida Sala della Crociera, dove si possono ammirare “le scaffalature originarie, seicentesche, risalenti al periodo in cui furono sede della Biblioteca Major, biblioteca dello Studio del Collegio Romano fondato da S. Ignazio di Loyola”.
Per gli amanti della lettura è tra gli ambienti migliori, dove sognare con un libro in mano o passeggiando sul ballatoio, alla ricerca di tesori nascosti e impolverati. Un gioiello cartaceo tra fondi, sezioni, arte, numismatica, geografia, teatro e musica. L’Arte nell’Arte.
Si spera che la Petizione raggiunga il numero sperato e che Franceschini accolga la richiesta di riapertura con le dovute misure di sicurezza. Per condividere e veicolare il sapere della Biblioteca e ammirarne gli spazi sospesi in un tempo lontano. La bellezza antica di un’epoca passata, che con i libri riaffiora in un’atmosfera romantica.
D’altronde se ad alcuni sport da contatto, si permette l’allenamento fisico, allora dovrebbe essere possibile anche allenare il cervello, studiando o consultando a debita distanza in Biblioteca e immaginarsi altrove. L’importante è non lasciare l’ingresso vuoto e i libri allineati e fermi in un ordine sterile. Perché come scrive Barbara W. Tuchman:
“Non c’è nulla che mi faccia sentir male come la porta chiusa di una biblioteca.”
https://www.change.org/p/ministro-della-cultura-riapriamo-la-biblioteca-di-palazzo-venezia-biblioteca-di-archeologia-e-storia-dell-arte?recruiter=846425015&utm_source=share_petition&utm_campaign=psf_combo_share_message&utm_medium=whatsapp&utm_content=washarecopy_28210054_it-IT%3A0&recruited_by_id=a00dd3a0-f09a-11e7-be5a-dbc02283d6cc&share_bandit_exp=message-28210054-it-IT&use_react=false