
di Roberto Ottonelli
Ho deciso di scrivere “Credi davvero (che sia sincero)” dopo aver assistito alla ricostruzione televisiva del femminicidio di un’amica di mia moglie, prima che la conoscessi. Ho raccontato in prima persona, dal punto di vista della vittima, al presente, e del suo carnefice, sotto forma di lontani ricordi.
Le stesse scene sono affrontate da prospettive opposte, per focalizzare l’attenzione sull’atteggiamento di chi cerca di celare le sue vere motivazioni con lo scopo di soggiogare la donna che dice di amare.
Autore Roberto Ottonelli
Ho contattato la madre della ragazza dalla cui storia ho preso ispirazione, che mi ha coinvolto nell’associazione da lei fondata nel 2006, insieme ad altre famiglie che hanno vissuto la stessa tragedia. A febbraio 2021 abbiamo deciso di realizzare un nuovo soggetto, la “Associazione Difesa Donne: noi ci siamo”, che, a partire dall’esperienza già maturata, si prefigge gli scopi di sensibilizzare, in particolare nelle scuole e negli oratori, fornire assistenza legale e psicologica a chi decide di denunciare, ottenere miglioramenti normativi in termini di prevenzione e di sostegno ai figli superstiti, oltre che condividere un dolore troppo grande da sopportare da soli. Da qui nasce l’idea di creare una piattaforma attraverso cui i familiari delle vittime e le ragazze che hanno subito violenza si ritrovino e collaborino per trovare comprensione, da un lato, e la forza negoziale per far sentire la propria voce in modo concreto e coordinato, dall’altro. Mai più sole riassume l’iniziativa. Con i proventi del libro intendo sostenerne l’attività e le finalità.
Quando le condizioni sanitarie lo consentiranno, mi piacerebbe organizzare presentazioni alle quali possano partecipare proprio ragazze che abbiano affrontato e superato episodi di violenza di genere, o genitori che hanno perso le proprie figlie, in modo che, grazie alla loro testimonianza, chi parteciperà possa toccare con mano, comprendere, sentirsi coinvolto.
Sono convinto che troppo spesso si rischi l’assuefazione a fatti di cronaca che quasi quotidianamente riportano di femminicidi a cui si è abituati, quasi non si presta attenzione. Mi piacerebbe, al contrario, che ognuno se ne facesse carico, che diventasse una responsabilità comune, affinché non ci si giri più dall’altra parte.
La protagonista del libro, Martina, in un passaggio cruciale, riflette: “Non è la stessa persona di cui mi sono innamorata. Ho paura, per la prima volta. Mi ha chiesto di farmi trovare a casa. Più che chiesto me lo ha ordinato”. La rivoluzione, in questo senso, spetta a noi uomini.
Nei ringraziamenti finali al libro mi sono rivolto alle mie lettrici: “Se ti sei sentita coinvolta, o ti sei immedesimata in qualche modo, scrivimi, se ti va. Mi piacerebbe sapere se hai vissuto una esperienza simile e conoscere la tua storia. Potremmo raccontarla insieme sulla mia pagina Facebook Tra penna e realtà, o su Instagram @robyotto78, ovviamente nel pieno rispetto dell’anonimato.”
Venerdì 9 aprile alle ore 21, sulla pagina Facebook della Biemme servizi letterari, https://www.facebook.com/