Il Sindaco di Belvedere Marittimo (CS) Vincenzo Cascini, in data odierna, apprende dell’esistenza di una richiesta di “chiarezza” proveniente dal segretario PD cittadino in ordine a un recente inchiesta della Procura.
V’è da precisare che tale richiesta viene appresa dalla stampa e che la stessa non è stata presentata al diretto interessato, appunto, il Sindaco.
Questa è una prassi che certamente non appartiene all’attuale maggioranza, come la maggior parte dei concittadini Belvederesi sa bene; con l’occasione si vuole ricordare che un rappresentante (che sia Sindaco o segretario cittadino di partito) ha l’onere di cogliere e filtrare le istanze provenienti dai rappresentati cittadini e non di utilizzare la stessa posizione di rappresentanza per strumentalizzare notizie, mistificare o addirittura, nella peggiore delle ipotesi, coartare la realtà. Non destinare richieste di questa portata al destinatario e lasciarle fermentare sui social o quotidiani on-line, è un chiaro segno che non si dispone delle qualità che dovrebbe avere un rappresentante, chiunque esso sia.
L’odierna maggioranza, per chi non l’avesse ancora compreso, è saldamente ancorata ai valori morali imprescindibili della lealtà e dello scontro ad armi pari.
E’ evidente che un soggetto che si vede sottoposto a indagini non si trova nella posizione di potersi difendere ancora, perché pur avendo solo sommaria (e a volte parziale) conoscenza materiale dell’oggetto dell’indagine, non conosce ancora gli eventuali elementi a carico e/o discarico dello stesso indagato.
Chi ha, o perlomeno dovrebbe avere, conoscenze del diritto penale e processuale penale Italiano queste nozioni le conosce bene; sa anche che esiste l’istituto giuridico dell’archiviazione e l’istituto regolante l’applicazione delle misure cautelari che, quando non sono sussistenti “gravi indizi di colpevolezza”, non vengono applicate.
Entrando nel merito della richiesta, seppur irrituale, si ricorda al segretario PD, che il Paese ove viviamo possiede una delle Carte Fondamentali più belle al mondo e che essa, tra i molteplici principi, presenta quello garantista della “presunzione di non colpevolezza” anche e meglio conosciuto come principio di innocenza fino a sentenza di condanna passata in giudicato. E’ importante ricordare questo principio al segretario perché deve essere chiaro che chi è sottoposto a indagini sta già facendo chiarezza agli Organi Costituzionalmente all’uopo preposti. Quindi non deve essere il Sindaco, non il giornalista e non un qualunque segretario di partito a violare questo sacrosanto principio.
In conclusione, si rammenta al segretario PD che “tutti” i deputati del suo stesso partito hanno votato alla Camera a favore dell’emendamento Costa alla legge europea sul recepimento nell’ordinamento italiano alla direttiva del 2016 sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza. Questo per dare uno stop forte e chiaro al processo mediatico, alle conferenze stampa dei Pm, ai video degli atti di indagine, ai nomi con cui si battezzano le inchieste, alle intercettazioni spiattellate sui giornali. Totalmente in senso opposto quindi la richiesta a mezzo stampa fatta dal segretario cittadino. Sarà una nuova corrente interna al PD? Chi lo sa. Di certo questa corrente a Palazzo Chigi non è ancora arrivata.
La presunzione d’innocenza sarebbe “violata” se dichiarazioni pubbliche rilasciate da autorità pubbliche o decisioni giudiziarie diverse da quelle sulla colpevolezza presentassero l’indagato o imputato come colpevole fino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente provata.