Tutti noi amiamo la novità, che sia essa un oggetto materiale o un evento. Quante volte ci siamo soffermati a sentire l’odore di un libro nuovo, o degli interni della macchina nuova, ancora coperti da cellophane?
A tutto questo c’è una spiegazione scientifica, che forse non tutti sanno: i centri del piacere nel nostro cervello ricevono una scossa elettrica quando sperimentiamo una novità. Ma, la cosa negativa è che poi, una volta abituati a questa novità, il nostro cervello ha bisogno di un nuovo stimolo per rivivere quella sensazione positiva già provata in precedenza.
Un interessante studio pubblicato nel 2014 su Psichological Science e intitolato A present for the future: The Unexpected Value of Rediscovery ha studiato l’importanza delle esperienze ordinarie. Hanno chiesto ad un gruppo di persone cosa avrebbero trovato più interessante valutare in un momento futuro, se un’esperienza ordinaria o una straordinaria. I partecipanti inizialmente avevano detto che sicuramente le esperienze normali non sarebbero ricordate come interessanti. È stato chiesto loro di descrivere un giorno normale e un giorno straordinario, con tanto di foto e descrizioni. Tre mesi dopo i partecipanti hanno rivisto le loro esperienze e dovevano scegliere quali fossero più interessanti. Ebbene, questo studio rivela il sorprendente potere della normalità! Quasi tutti i soggetti hanno dichiarato più interessanti gli eventi ordinari. Sapete perché?
Apprezzare la normalità ci fa star bene e ci impedisce di restare intrappolati in quello che gli psicologi chiamano il tapis roulant edonista, ossia quella ricerca spasmodica del piacere, della novità a tutti i costi che ci impedisce di fermarci ad apprezzare il presente. Già gli antichi filosofi greci stoici riconoscevano che apprezzare la normalità era l’unica cosa che dava quel senso di appagamento. Si chiedevano: come sarebbe la vita senza quelle cose semplici che rendono la mia esistenza bella e tollerabile? E così, immaginando di perdere l’ordinario, arrivarono ad apprezzarlo ancora di più. Fermarsi un momento su se stessi era una pratica morale che consigliava già Seneca a Lucilio, il destinatario delle sue lettere morali.
Ma nella società attuale siamo circondati proprio dal consumismo! E allora quale può essere la cura a questa corsa frenetica alla “corruzione dell’anima”? Seneca ci direbbe di trovare il proprio equilibrio con se stessi, per evitare di farsi trascinare dai “vizi e piaceri della folla”.
Secondo Donald Altman possiamo provare quattro semplici esercizi per apprezzare e assaporare la normalità:
1. Assapora le piccole cose che portano gioia
Pensa alle piccole cose che apprezzi, o semplici rituali quotidiani che portano ordine nella tua giornata come un caffè al mattino o leggere il giornale, o ancora sentire l’acqua sotto la doccia.
2. Osserva le cose ordinarie accanto a te
Guarda l’ambiente che ti circonda. Scatta una foto mentale dell’azione ordinaria che stai facendo in quel momento. Ripetiti che quel momento è speciale perché non tornerà mai più uguale.
3. Immergiti in un successo del passato
Guardati indietro e osserva un momento in cui ti sentivi orgoglioso e felice, come una laurea, una promozione o la nascita del tuo bimbo. Trascorri cinque minuti a sentirti bene in questo evento.
4. Ricorda una gentilezza passata
Ricorda ora un evento in cui qualcuno ti ha aiutato oppure tu hai aiutato qualcuno a sentirsi meglio, con una parola, un gesto. Ricorda, anche il più piccolo atto di gentilezza è una potente espressione di affetto che può avere effetti duraturi. Raccontali o cindividili con gli altri per non dimenticare questi momenti.