Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, sopratutto nell’ambito dell arti applicate all’architettura, si diffusa in tutta Europa e anche in America un nuovo gusto delle caratteristiche comuni, sebbene con declinazioni differenti in ogni paese.
Questo stile venne appellato con molto nomi diversi: Art Nouveau, chiaramente derivato dai paesi francofoni, è forse il termine più diffuso, ma venne definito anche Stile Liberty o Floreale in Italia, Jugendstil in Germania, Modern Stile in Gran Bretagna e Modernismo in Spagna.
Il contesto culturale dai cui l’Art Nouveau trasse linfa vitale fu quello del simbolismo francese, delle Arts and Krafts inglesi e dei movimenti secessionisti dell’area germanica. Gli artisti che aderirono al movimento rifiutarono la continua rielaborazione e l’imitazione degli stili del passato, tipica dell’eclettisimo tardo ottocentesco, in favore della ricerca di forme nuove e assolutamente inedite.
La natura venne indicata come fonte di ispirazione primara, ma non certo per il ritorno al naturalismo e al realismo, a cui l’Art Nouveau, come tutti I movimenti postimpressionisti, si opponeva: le forme desunte dalla natura furono infatti solo lo spunto per le originali decorazioni fortemente ornamentali, tipiche delle tendenze moderniste.
Non è possibile trattare l’opera dei moltissimi artisti di rilievo che si espressero tramite lo stile dell’Art Nouveau, però è opportuno ricordare alcuni di loro, pur senza la pretesa di delineare un quadro esauriente. Alphonse Mucha (1860-1939), sul finire del XIX secolo, fu il più celebre disegnatore di manifesti pubblici in Europa (raccogliendo l’eredità di Toulouse- Lautrec).Fu il cartellonista ufficiale dell’attrice Sarah Bernhardt, per la quale creò splendidi gioielli.
Renè Lalique(1860-1945) realizzò gioielli di grande successo, che lo resero famoso presso una clientela ricca e raffinata, mentre Èmilie Gallè(1860-1904) si specializzò nella produzione di vetri, di cui seppe sfruttare la duttilità e gli effetti translucidi come nessun altro artista.
Aubrey Beardsley (1872-98), sebbene scomparso giovanissimo, fu tra I maggiori illustratori inglesi del Modern Stile e si impose grazie al suo segno nervoso ed elegante. Tra gli architetti, oltre ai viennesi di cui si è detto nel paragrafo precedente, vanno citati il francese Hector Guimard(1867-1942), autori di diverse strazioni della metropolitana parigina, lo scozzese Charles Rennie Mackintosh(1868-1928), importante come designer, I belgi Victor Horta(1861-1947) e Henri Van de Velde(1863-1957), molto attivo anche come teorico e propagandista delle istanze moderniste, gli italiani Raimondo D’Aronco (1857-1932), che lavorò a Istambul per il sultano, Giuseppe Sommaruga(1867-1917), il cui capolavoro è il Palazzo Castiglioni in corso Venezia a Milano, ed Ernesto Basile(1857-1932), che realizzò numerose ville palermitane, e naturalmente, il catalano Antonio Gaudì (1853-1926)