“Frana rappresenta le donne che non si sentono in sintonia con il mondo reale, che non riescono a trovare un senso alla vita. Sono partita da quella inquietudine, da quell’incertezza, da quel bisogno di sicurezza che accompagna il mondo femminile nella ricerca di serenità. Una donna che ha avuto l’esperienza della ‘creazione’, della maternità è una donna che sa cosa vuol dire ‘soddisfazione’, è una donna che ha ottenuto il passaporto per la felicità: la procreazione è quella risposta alla costante domanda che ci frulla nel cervello: perché esistiamo? Perché siamo parte di un tutto, di quell’equilibrio cosmico a cui apparteniamo. Il sesso fine al mero piacere ci distingue dagli altri esseri viventi ma ci spinge pur sempre verso quella prima ‘soddisfazione’, ‘estasi’ che ci avvicina alla sacralità della creazione divina. Frana ama il sesso e ama soddisfarsi ma non ha ancora dato un senso alla sua esistenza“.
Perché una protagonista omosessuale?
“I Protagonisti, i personaggi, sono prototipi di persone che nella realtà sono omosessuali, eterosessuali, bisessuali; credo che non sia rilevante che identità sessuale abbia la protagonista del mio romanzo se non ai fini dell’intreccio amoroso di questa narrazione. Frana è omosessuale perché è attratta fisicamente dal corpo femminile, e dovendo giustificarsi nel mondo in cui cresce e deve dare spiegazioni, si aggrappa al mito di Narciso”.
“La sua ragazza” si ambienta tra Roma e Venezia, per te rappresentano qualcosa queste città?
“Roma, ‘culla della civiltà’, ‘Roma, caput mundi’, Roma città eterna, città d’arte e di storia ineguagliabile, la amo profondamente nel bene e nel male perché è la mia città e fa parte di me, anche se le mie origini sono vicine al mare, e così non posso che innamorarmi di ‘città liquide’ come Venezia, vibrante e misteriosa come i suoi vicoli nebbiosi, traboccante d’arte anch’essa, antica e moderna, contemporanea con la sua Biennale“.
Il romanzo è appunto colmo di riferimenti artistici che accompagnano la narrazione, ciò si deve a qualcosa?
“L’Arte per me è vitale. Il momento creativo è ‘magico’ e rigenera l’artista come la stessa opera d’arte che parla da sè. Il protendere verso l’arte, il solo tentativo è rigenerante e ‘salvifico’. Amo i colori e le emozioni che provocano, sono un’emotiva e non posso farne a meno, ecco perchè i miei lavori sono pieni di colore“.
Scritti pieni di “colore” dunque. Immagino sia un motivo in più per comprare il tuo libro, ma lo consiglieresti per cosa in particolare?
“Il romanzo è pieno di rosso che viene raffreddato solo dal blu dei capelli de ‘la sua ragazza’. Il rosso delle passioni che si susseguono e l’azzurro dell’acqua nella quale si rispecchia Narciso e che bagna Venezia sono i colori che restano impressi a pennellate nella mente di chi legge. Leggendo i miei lavori e soprattutto le mie poesie mi è stato sempre detto che sono piene di immagini e di colori e che le mie parole colorano la mente, oggi mi rendo conto che è la mia cifra stilistica“.
Voglio insistere, perché consiglieresti di comprare il tuo libro?
“Lo farei soltanto per dimostrare a chi non ama leggere che la lettura può essere un’esperienza divertente“.
E forse, visti i tempi, servirebbe più sorridere che rifletter troppo…
“Appunto…!“
Grazie mille e buona penna ancora.
“Grazie a te per l’ospitalità“.