
La situazione, ormai, è la stessa in ogni grande torneo. I giocatori da abbattere restano sempre Novak, Rafa e Roger. I più giovani – o comunque quelli che per potenza si collocano appena al di sotto dei tre pluricampioni- cercano di prendersi i titoli che contano, puntando ad una più solida continuità e, nelle retrovie, qualche nome nuovo inizia ad affermarsi a più alti livelli.
Quello che stiamo osservando è dunque un tennis in movimento ma che ancora non è arrivato a un punto di rottura. Roma, in questo senso, ha rispettato tale schema. I Due, Nadal e Djokovic -visto che Federer momentanemaente è fuori dal circuito- sono stati coloro che dovevano essere sconfitti. Il primo è caduto in battaglia e il secondo ha vinto la guerra. I vari Tsitsipas, Berrettini, Shapovalov, Monfils, Schwartzman, Dimitrov e Fognini -viste le pesanti assenze al torneo di Thiem, Medvedev e Zverev- hanno tentato l’impresa e, infine, un po’ più indietro nella classifica, qualche new entry è riuscita a far parlare di sè.
Tennis – ATP Masters 1000 – Italian Open – Foro Italico, Rome, Italy – September 21, 2020 Serbia’s Novak Djokovic and Argentina’s Diego Schwartzman after the final Pool via REUTERS/Clive Brunskill
A vincere il torneo, per la quinta volta in carriera, è stato il serbo Novak Djokovic. Lunedì, il numero uno al mondo ha avuto la meglio sull’argentino Diego Schwartzman e, senza troppa fatica, si è dimostrato ancora una volta il più forte di tutti.
Nole è il secondo tennista più vincente agli Internazionali d’Italia (il primo è Rafael Nadal, che qui a Roma ha vinto ben 9 volte) e, con 36 titoli, diventa il tennista ad aver vinto più Master 1000 nella storia del nostro sport (seguito da Nadal a quota 35). Quest’anno ha perso un solo set, ai quarti contro Koepfer, e, in prossimità del Roland Garros, possiamo considerarlo uno dei favoriti per la vittoria finale. Semplicemente indistruttibile.
Tennis – ATP Masters 1000 – Italian Open – Foro Italico, Rome, Italy – September 20, 2020 Argentina’s Diego Schwartzman reacts after winning his semi final match against Canada’s Denis Shapovalov Pool via REUTERS//Clive Brunskill
Le rivelazioni del torneo, però, sono stati i colpi vincenti e la concentrazione agonistica del finalista Diego Sebastian Schwartzman. L’argentino di Buenos Aires, infatti, ha eliminato ai quarti di finale il favorito Rafael Nadal (62 75) e, nella semifinale contro Shapovalov, ha dato vita ad una partita che è destinata a diventare una delle più belle dell’anno. Nel match si è visto di tutto e il risultato finale di 64 57 76 la dice chiaramente lunga su quanto l’incontro sia stato equilibrato e combattuto. Con le nuove classifiche ha guadagnato due posizioni ed attualmente è il numero 13 al mondo.
Ottimo il torneo anche per Denis Shapovalov, che, scalando 4 posti, entra in top ten da numero 10.
Classe ’98 e classe ’94, il norvegese Casper Ruud e il tedesco Dominik Koepfer si sono rivelati i due talenti degli Internazionali d’Italia. Ruud, in particolare, già noto per aver vinto a febbraio l’ATP 250 di Buenos Aires, prima di cedere a Djokovic in semifinale ha sconfitto ai trentaduesimi Karen Chachanov (63 36 61), ai sedicesimi il nostro Lorenzo Sonego (63 64), agli ottavi Marin Cilic (62 76) e ai quarti Matteo Berrettini (46 63 76), altro italiano. Tutti avversari di altissimo livello. Ha sempre dato prova di grande stabilità e, con le nuove classifiche, è diventato il numero 30 al mondo, avanzando di quattro posizioni.
A stupirci, almeno allo stesso modo e se non di più, è stato il tedesco Dominik Koepfer. Direttamente dalle qualificazioni è infatti riuscito ad arrivare ai quarti di finale (anch’egli sconfitto da Djokovic, cui però, unico giocatore nel torneo, ha strappato un set) e, nel suo cammino, ha eliminato giocatori del calibro di Alex De Minaur, Gael Monfils e Lorenzo Musetti (nostro connazionale e altra grande sorpresa del torneo). Guadagnando la bellezza di 31 posizioni, è attualmente il numero 66 al mondo.
Se guardiamo ai tennisti italiani, infine, i risultati del torneo ci lasciano al contempo felici e al contempo con l’amaro in bocca. Felici perchè i nostri connazionali erano presenti in tantissimi nel tabellone principale. Con l’amaro in bocca perchè alcune cose avrebbero potuto prendere una direzione diversa.
Matteo Berrettini, numero 8 del ranking ATP, è l’italiano che più si è spinto in avanti, arrivando fino ai quarti di finale dove ha ceduto in tre set al sopracitato Casper Ruud. La partita avrebbe potuto gestirla in maniera migliore ma comunque i risultati e il livello di gioco lasciano ben sperare per il Roland Garros. Agli ottavi di finale il romano ha eliminato il marchigiano Stefano Travaglia, che ha disputato un validissimo torneo sconfiggendo l’americano Fritz e il croato Coric. Guadagnando 11 posizioni, Travaglia è diventato il numero 73 del ranking, seguito al numero 74 da un altro italiano, l’altoatesino Jannik Sinner, che qui a Roma ha scalato 7 posizioni.
Sinner, infatti, prima di venire eliminato agli ottavi da Grigor Dimitrov, ha estromesso dal torneo il francese Paire (62 61) e il greco Tsitsipas, numero 6 al mondo (61 67 62).
Come il quasi coetaneo Jannik (nato nel 2001), anche Lorenzo Musetti, classe 2002 e proveniente addirittura dalle qualificazioni, è riuscito ad arrivare agli ottavi. Prima di cedere a Koepfer (46 06), il giovanissimo di Carrara ha sconfitto i veterani Stan Wawrinka e Key Nishikori.E’ il primo tennista nato nel 2002 ad aver vinto una partita in un torneo ATP.
Il record fa ben sperare, i suoi colpi anche. Sta per nascere una stella?