Al nostro articolo di pochi giorni fa, qualcuno aveva storto il naso (Bill Gates, Oms, 5G, il vero volto del Coronavirus). Parliamoci chiaro, chi sono i veri complottisti?
In un intervento tenutosi il 27 aprile del 2018 durante la conferenza annuale sui programmi educativi della Massachusetts Medical Society a Boston, il miliardario filantropo aveva predetto che la diffusione di un nuovo virus pandemico nel sud dell’Asia avrebbe potuto uccidere 30 milioni di persone in sei mesi.
Casualità? Siamo sempre quelli che vogliono vedere male? Bah chi lo sa? Intanto, la notizia di poche ore fa: il vaccino contro il coronavirus in corso di sviluppo da parte dell’azienda biotech americana Inovio è entrato nella sua fase di sperimentazione sull’uomo, grazie al via libera della Food and Drug Administration (Fda).
L’ok ai test, in parte finanziati dalla Bill e Melinda Gates Foundation e dalla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (Cepi, che sostiene altri 5 progetti del genere), arriva dopo i risultati promettenti ottenuti nei test sugli animali. Il vaccino, chiamato per ora Ino-4800, viene utilizzato da ieri su 40 volontari che hanno ricevuto la prima dose, che sarà seguita da una seconda tra 4 settimane, fa sapere l’azienda in un comunicato. Lo studio di fase 1 di Ino-4800 arruolerà fino a 40 volontari adulti sani a Filadelfia, Pennsylvania (alla Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania) e Kansas City (Center for Pharmaceutical Research), dove è già iniziato lo screening di potenziali partecipanti. Le scorte di prodotto sono arrivate la scorsa settimana.
Ogni partecipante riceverà due dosi di Ino-4800 a distanza di quattro settimane, e le risposte immunitarie iniziali e i dati di sicurezza dello studio sono previsti entro la fine dell’estate. I dati preclinici hanno mostrato risultati di risposta immunitaria promettenti su più modelli animali. Ulteriori studi preclinici continueranno parallelamente allo studio clinico di fase 1. Dopo aver ottenuto i dati iniziali di sicurezza e immunogenicità, Inovio prevede di avanzare gli studi di efficacia (fase 2) il più rapidamente possibile.
Parallelamente, l’azienda sta lavorando per aumentare la produzione di Ino-4800 e prevede di disporre di un milione di dosi di vaccino disponibili entro la fine dell’anno per ulteriori studi e usi di emergenza, in attesa di linee guida e finanziamenti adeguati. Sempre il cofondatore di Microsoft Bill lancerà capsule impiantabili – chiamati anche microchip –per mostrare chi è stato testato per il coronavirus e chi è stato vaccinato contro di esso. Non è un film di fantascienza.
Il magnate della tecnologia ha rivelato il “programma” durante una sessione di Reddit “Ask Me Anything”, qualche giorno fa, mentre rispondeva alle domande sulla pandemia di Coronavirus COVID-19. Come funziona la schedatura tramite microchip Gates stava rispondendo a una domanda su come le aziende saranno in grado di operare mantenendo le distanze sociali e ha affermato che “Alla fine avremo alcuni certificati digitali per mostrare chi si è ripreso o è stato testato di recente o quando abbiamo fatto il vaccino” I “certificati digitali” a cui Gates si riferiva sono “QUANTUM-DOT TATTOOS” impiantabili nell’uomo su cui i ricercatori del MIT e della Rice University stanno lavorando come un modo per tenere un registro delle vaccinazioni.
Inoltre, ricordiamo, che tra i finanziatori dell’Oms, “a fare la parte del leone è la creatura di Bill Gates: la Bill & Melinda Gates Foundation (che vanta un patrimonio da 40 miliardi di dollari) ha destinato all’Oms quasi 444 milioni nel 2016, di cui circa 221 vincolati e quasi 457 milioni nel 2017, di cui 213 vincolati a programmi specifici”. Qualche tempo fa La Health Impact News e Economic Times India riportavano come la Bill & Melinda Gates Foundation sia stata messa sotto accusa per questioni riguardanti i vaccini.
Tutto è nato da un esposto presentato da alcuni cittadini indiani contro l’Oms, la Gates Foundation e il PATH (Program for Appropriate Technology in Health), accusati di avere sperimentato vaccini su una popolazione assolutamente non informata, vulnerabile e analfabeta, senza fornire né alle famiglie né alle ragazzine le informazioni idonee ad ottenere appunto un consenso informato, senza dare informazioni sui potenziali eventi avversi di quei vaccini e senza garantire alcuna sorveglianza postvaccinale.