Quale sarà lo scenario economico sociale tra qualche anno? Una nuova forma di totalitarismo si sta affermando con forza e prepotenza sul pianeta. Possiamo definirlo il tecno-capitalismo.
Le macchine, i robot, che sostituiranno l’uomo nel lavoro e non solo, facendo arricchire un piccolo manipolo di persone. State calmi, non prendetemi per complottista, i dati parlano da soli. Crescono le disuguaglianze globali: il ristretto club dei Paperon de’ Paperoni mondiali, 2.153 persone, detiene una ricchezza superiore al patrimonio di 4,6 miliardi di persone, mentre alla metà più povera della popolazione resta meno dell’1%.
È la fotografia contenuta nel nuovo report diffuso da Oxfam, alla vigilia del meeting annuale del World Economic Forum di Davos. Il patrimonio delle 22 persone più facoltose supera la ricchezza di tutte le donne del continente africano. Il lavoro di cura non retribuito, che vale oggi tre volte il mercato globale di beni e servizi tecnologici, impedisce al 42% delle donne nel mondo di avere un impiego.
Secondo l’Oxfam, la ricchezza globale, in crescita tra giugno 2018 e giugno 2019, resta fortemente concentrata al vertice della piramide distributiva: l’1% più ricco, sotto il profilo patrimoniale, deteneva a metà 2019 più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone. Ribaltando la prospettiva, la quota di ricchezza della metà più povera dell’umanità – circa 3,8 miliardi di persone – non sfiorava nemmeno l’1%.
Nel mondo 2.153 miliardari detenevano più ricchezza di 4,6 miliardi di persone, circa il 60% della popolazione globale. Il patrimonio delle 22 persone più facoltose era superiore alla ricchezza di tutte le donne africane. Se le distanze tra i livelli medi di ricchezza dei Paesi si assottigliano, la disuguaglianza di ricchezza cresce in molti Paesi.
In un mondo in cui il 46% di persone vive con meno di 5.50 dollari al giorno, restano forti le disparità nella distribuzione dei redditi, soprattutto per chi svolge un lavoro. Con un reddito medio da lavoro pari a 22 dollari al mese nel 2017, un lavoratore collocato nel 10% con retribuzioni più basse, avrebbe dovuto lavorare quasi tre secoli e mezzo per raggiungere la retribuzione annuale media di un lavoratore del top-10% globale.
In Italia, la quota del reddito da lavoro del 10% dei lavoratori con retribuzioni più elevate (pari a quasi il 30% del reddito da lavoro totale) superava complessivamente quella della metà dei lavoratori italiani con retribuzioni più basse (25,82%). In Italia il 30% dei giovani occupati guadagna meno di 800 euro al mese, il 13% degli under 29 italiani versa in condizione di povertà lavorativa.
Bloccato inoltre l’ascensore sociale: il 10% più ricco possedeva oltre 6 volte la ricchezza del 50% più povero dei nostri connazionali. Una quota cresciuta in 20 anni del 7,6% a fronte di una riduzione del 36,6% di quella della metà più povera degli italiani. Allo stesso tempo la quota di ricchezza in possesso dell’1% più ricco degli italiani superava quanto detenuto dal 70% più povero, sotto il profilo patrimoniale.
Senza un dignitoso salario, i lavoratori perdono il loro unico accesso alla ricchezza – o per meglio dire al loro unico mezzo di sopravvivenza – e perderebbero anche la loro fonte primaria di potere sociale. Finché saranno i lavoratori a controllare i luoghi di produzione, potranno bloccarli. Una economia completamente automatizzata li renderebbe non solo ridondanti – esuberi – ma impotenti.
Nel frattempo, un capitale-robotico permetterebbe ad una élite dei ricchi di staccarsi completamente dal resto della società. I ricchi che vivono tra jet privati e isole private, già dedicano una gran parte del loro tempo ad isolarsi dalle altre persone. Ma anche il miglior bunker di lusso fortificato deve avere dei legami con il mondo esterno, per il fatto che il capitale ha ancora bisogno del lavoro (umano) per riprodursi.
L’automazione di massa permetterebbe di recidere questo nodo. Appena i ricchi avranno a disposizione una infinita ricchezza prodotta senza lavoro umano, le élite potrebbero rinchiudersi in un paradiso dorato, lasciando le masse di disoccupati a marcire fuori. Queste distopie possono sembrare fantascienza, ma sono perfettamente plausibili data la nostra attuale prospettiva.
La tecnologia della robotica e dell’intelligenza artificiale continuerà a migliorare – ma senza un cambiamento politico sostanziale, il risultato potrà variare da negativo ad apocalittico per la maggior parte delle persone.