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Atlantia ko in Borsa dà battaglia: ‘Così ce ne andiamo’

| 24 Dicembre 2019 | ECONOMIA

Il rischio che Autostrade per l’Italia (Aspi) possa vedersi revocare la concessione senza indennizzo affonda Atlantia in Borsa, con la holding della famiglia Benetton che preannuncia una battaglia legale senza esclusione di colpi per scongiurare una misura che decreterebbe il fallimento di Aspi, con impatti pesantissimi per la stessa Atlantia e le sue controllate.

E nella lettera inviata domenica in tarda serata al Governo minaccia di prendere l’iniziativa per sciogliere il contratto dando così l’avvio alla richiesta di un maxirisarcimento da 23-25 miliardi di euro. Una lettera definita, a qunato si apprende, “inaccettabile” dal ministro Paola De Micheli.

A gettare benzina sul fuoco, in un clima già incandescente, contribuisce il quadro impietoso del sistema delle concessioni autostradali tratteggiato dalla Corte dei Conti, dove a vincere sono i privati, che si assicurano profitti ingiustificati, lesinano sugli investimenti, si vedono prorogate le concessioni senza gara, e a perdere è l’interesse pubblico a una gestione efficiente, sicura e trasparente dei quasi 7 mila chilometri di rete autostradale.

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La possibilità che il Milleproroghe spiani la strada a una revoca delle concessioni senza indennizzo (stimato da Mediobanca in 22 miliardi per Aspi) e ne affidi la gestione all’Anas, ha spaventato gli investitori. Atlantia ha perso il 4,85% bruciando 883 milioni di euro. In caso di revoca Aspi andrebbe in default, non avendo le risorse per rimborsare 10,8 miliardi di bond e 7 mila posti di lavoro sarebbero a rischio.

Il rating di Atlantia diventerebbe ‘spazzatura’, con effetti a catena sulle sue controllate, da Adr ad Abertis. “Se confermato l’articolo 33 sarebbe molto negativo portando a una sostanziale riduzione del valore dell’indennizzo per Aspi e alzando il livello di scontro”, scrivono gli analisti di Equita, secondo i quali, però, la norma punterebbe a “rafforzare” la posizione del governo “nella rinegoziazione del contratto con Autostrade”.

L’ipotesi di modificare “ex lege alcune clausole” della convenzione, ha affermato Aspi, presenta “rilevanti profili di incostituzionalità e contrarietà a norme europee”, in relazione ai quali la società “sta valutando ogni iniziativa” per tutelare i suoi diritti. Aspi ha avvertito Mit, Mef e il premier Conte che l’adozione di una norma simile determinerebbe la risoluzione della convenzione (art.9-bis comma 4), facendo scattare il diritto al maxi-indennizzo.

TAG: anas, Atlantia, Autostrade, Benetton, Borsa Milano, Mef, Mit
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