
Sinner contro De Minaur: ecco i due finalisti delle Next Generation ATP Finals. I presupposti per una partita di livello ci sono tutti. Entrambi i giocatori hanno infatti disputato un’ annata incredibile e il loro spirito combattivo fa intendere che nessuno dei due sarà disposto a cedere un centimetro all’avversario.
Alex De Minaur, classe 1999, quest’anno ha vinto tre tornei (gli ATP 250 di Sydney, Atlanta e Zhuhai), è reduce dalla finale di Basilea persa contro Roger Federer ed è attualmente numero 18 al mondo. Continuo nel rendimento, dotato di grande agilità e di una velocità negli spostamenti impressionante, è sicuramente uno dei giovani più pericolosi del circuito.
Jannik Sinner, classe 2001, nato a San Candido, è invece una delle rivelazioni del momento. Ad appena 18 anni entra a far parte della Top 100 (occupa ora la 95° posizione) ed inizia a farsi conoscere e temere dai colleghi a suon di ace e colpi vincenti. Ottenuta una Wild Card, è adesso in finale alle Next Gen. Tutta Italia, e non solo, ha gli occhi puntati su di lui.
Al suo ingresso in campo, l’altoatesino è accolto da un boato assordante. Il PalaLido di Milano è interamente con lui e l’energia e l’entusiasmo del pubblico, da quanto sono forti, sono percepibili anche a chi nel luogo della finale non può essere presente. E’ un momento magico ed emozionante per il tennis italiano: Sinner è alla sua prima finale ATP ed il luogo del match è lo stesso dove un giovanissimo Roger Federer vinse il primo titolo in carriera. Era il febbraio del 2001 e Jannik non era ancora nato.
Sul viso dei due tennisti è visibile un’altissima concentrazione. Sinner, al servizio, si appresta ad aprire le danze. Forse un po’ sotto pressione, concede all’australiano due palle break, ma, grazie a due colpi profondissimi e difficili da ribattere, esce dal momento di tensione e mantiene la battuta. Anche De Minaur, nel primo turno di servizio, concede due palle break, ma è poi bravo a riportare la partita in parità e a ristabilire l’equilibrio, che però non impiega molto prima di rompersi. Sul 3 a 2, infatti, Sinner ottiene il break e porta a casa il primo set (che termina 4-2), dopo aver risposto in maniera impeccabile ed attaccato con incisività sia di diritto che di rovescio. Sullo 0-15 di quest’ultimo game si gioca quello che sarà il punto più bello della partita, in cui Sinner esprime un’impenetrabile freddezza anche nel gioco a rete, forse, in questo momento, l’unico aspetto fragile del suo tennis.
Il secondo set, come il primo, continua ad essere dominato dall’italiano, che, in una manciata di minuti si porta sul 3 a 0, riuscendo a strappare il servizio a De Minaur alla prima occasione utile. Nei propri turni di servizio, nonostante conceda spesso delle palle break, Sinner riesce sempre a venirne fuori con grande classe e cinismo. E’ lui ad aggiudicarsi i punti decisivi della partita, è lui a tirare più forte ed è lui a sovrastare l’avversario con pesantissimi colpi e vincenti da fondo campo, soprattutto di rovescio. 4 a 1 e due set a zero.
De Minaur appare frustrato, è incapace sia di imporre il proprio gioco sia di contenere l’esplosività di Sinner. Nel terzo ed ultimo parziale cede nuovamente il servizio e si ritrova a rincorrere sotto 3 a 2 e indietro di un break. Sinner è impeccabile, ha un margine di errore bassissimo e conduce gli scambi con forza e intensità, gestendo la pressione con la solida freddezza di un campione maturo. Ciò che stupisce maggiormente sono la frequenza e la facilità di esecuzione dei vincenti. Il pubblico è in delirio e sul match point vinto dal connazionale, esplode in un frastuono che sa tanto di liberazione e di speranza. Liberazione perché finalmente il tennis italiano sta tornando a ruggire, e speranza perché Jannik può rappresentare la luce del futuro: ha soltanto 18 anni e ancora molte strade da percorrere.
4-2, 4-1, 4-2 il punteggio finale e Sinner è campione della terza edizione delle Next Gen Finals. E’ questo l’inizio di una carriera lunga e piena di vittorie?