Unione Cattolica approda in Albania con l’obiettivo di portare nel campo politico lo stesso modello di pacificazione già sperimentato con successo in ambito religioso ed elogiato da Papa Francesco e da Monsignor Frendo presidente della Conferenza episcopale Albanese.
L’avviamento della fase costituente dell’Unione Cattolica d’Albania è stato sancito a Scutari, alla presenza del Segretario politico nazionale italiano Ivano Tonoli, a Lezha, città e polo cattolico della regione albanese settentrionale, e l’occasione è stata propizia per procedere alle prime designazioni apicali: Petrit Marku, direttore generale dei Progetti europei del Comune di Lezha, nel ruolo di presidente; l’ideologo e giornalista Alessandro Zorgniotti, coautore con lo stesso Tonoli e con Erminio Brambilla del libro “Cattolici Uniti per benedire un’Italia nuova”, nella funzione di segretario e tesoriere.
La collocazione del costituendo e nascendo partito sarà nell’area del centrodestra albanese, che attualmente ricomprende il Partito democratico di Berisha e Basha e il Movimento socialista per l’integrazione (Lsi) di Monica Kryemadhi, partito fondato quest’ultimo dall’attuale Presidente della Repubblica Ilir Meta. Lo stesso Meta, assieme a Tonoli, lo scorso venerdì a Venezia è stato insignito del solenne premio Leone d’oro conferito dalla Giuria presieduta da Sileno Candelaresi.
“Ci siamo immediatamente riconosciuti nella strategia del Presidente Meta, autentico baluardo di democrazia costituzionale in Albania e nei Balcani, e nella linea assunta dalla Presidenza della Repubblica Albanese a garanzia del pluralismo politico, economico e sociale – commenta il Segretario Tonoli – Per questo motivo, la naturale collocazione del nostro Partito, e del soggetto politico che per nostra iniziativa nascerà in Albania, non può che situarsi nell’attuale area di un centrodestra costituzionale, popolare, riformista e sociale. Siamo onorati, in tal senso, di poter beneficiare del sostegno morale e concreto dei vertici ecclesiastici cattolici in Italia e in Albania, perché crediamo che la pacificazione religiosa, elogiata da Papa Francesco e da Monsignor George Frendo, debba trovare applicazione anche nel contesto della politica. A differenza di quanto sta avvenendo in Italia, il centrodestra in Albania ha evidenziato una totale concordanza con i nostri punti programmatici fondati sulla centralità della persona, della famiglia e della piccola e media impresa, contro gli interessi oligarchici e per una piena integrazione in una Europa democratica, popolare e sociale attenta al ceto medio e agli investimenti pubblici come antidoto alla crisi e alla austerità. Le stesse motivazioni per le quali non possiamo aderire, in Italia, a un centrodestra privo di univocità a livello nazionale, dove al netto delle posizioni riformiste espresse dagli amici di Forza Italia, e nelle quali ci riconosciamo, non scorgiamo alcuna strategia né europeista né di reale difesa degli interessi nazionali e territoriali. Sotto questo profilo, apprezziamo moltissimo gli sforzi e l’impegno del Presidente Meta per far sì che l’Albania sia protagonista del cammino europeo inteso come cammino non di austerità ma al contrario di pieno sviluppo attraverso un integrale utilizzo dei fondi strutturali europei. Esattamente quanto si propone il nostro partito nel proprio libro programmatico e quanto ci proponiamo come Confedes la Confederazione datoriale e sindacale che mi onoro di presiedere”.