
Se vi dicessi che è in corso un concerto con la finalità di sostenere l’entrata degli aiuti umanitari in Venezuela, forse giudichereste la cosa definendola assurda. Infatti, mi risulta difficile raccontare come, dopo il braccio di ferro degli ultimi giorni tra le forze democratiche e l’usurpazione di Maduro, si pensi a fare un concerto per tentare di fare attraverso la musica ciò che la politica non è riuscita ancora a realizzare.
Infatti, dopo il No di Maduro all’entrata dei soccorsi e la chiusura di un ponte che separa i due Paesi, la coalizione che raggruppa gli Stati e le associazioni che oltre a riconoscere Guaidò hanno contribuito alla raccolta fondi per mettere a disposizione i soccorsi, ha deciso di improvvisare un palcoscenico a pochi metri del confine con il Venezuela.
Lì, proprio dietro ai contenitori che l’esercito ha incrociato per bloccare l’entrata degli aiuti, sta avendo luogo il concerto intitolato “musica por Venezuela, Ayuda y Libertad”. Dalle donazioni fatte, si stima un ricavo di circa 100 milioni di dollari destinati interamente al rifornimento dei soccorsi che aspettano di entrare nel Venezuela.
A livello politico, la controversia persiste. Maduro ha qualificato il concerto come una messa in scena e gli aiuti umanitari come “un’umiliazione per il popolo venezuelano”. Dall’altra parte, una larga lista di artisti composta da Alejandro Sanz, Danny Ocean, DJ Alesso, Miguel Bosé, Juan Luis Guerra, Juanes, Maluma, Mana, Nacho saranno presenti al concerto. Ci saranno anche i Presidenti Ivan Duque (Colombia), Sebastian Pinera (Cile) e Mario Abdo (Paraguay).
D’altronde, Maduro ha deciso di organizzare il proprio concerto intitolato “Hands off Venezuela”, nel quale parteciperanno alcuni artisti locali tra cui Las Chicas del Can, Hanny Kauan, Armando Martinez e Maira Castellanos. In questo caso, si sono verificati diversi problemi logistici e di organizzazione data la scarsa disponibilità degli artisti.
In questo botta e risposta, sembra porsi di manifesto un termometro che mette a confronto i consensi di Guaidò di fronte all’impopolarità di Maduro. Nel concerto che si tiene a Cucuta, si alternano messaggi emotivi e di sensibilizzazione con le canzoni predisposte a infondere speranze tra i presenti.
Sebbene risulta difficile da comprendere, è solito tra i latinoamericani la ricerca di arginare il conflitto e le difficoltà attraverso i suoni. La musica, in questi casi, diventa uno canale idoneo per veicolare il proprio messaggio all’unisono e, soprattutto, per sfogare il malessere e la speranza che, in questi momenti, sono incrociati in una specie di Zona Griggia.
Il giorno cruciale sarà domani, quando la coalizione degli aiuti umanitari proverà a far entrare una parte sostanziale dei soccorsi nel Venezuela.
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