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Banca Carige: 5 miliardi per evitare il default

| 9 Gennaio 2019 | ECONOMIA

Il governo Lega-M5S con il decreto per la banca Carige ha fatto quello che hanno fatto, in casi analoghi di istituti in grave sofferenza, i governi precedenti, con interventi volti a tutelare i depositanti. E’ stata un’azione obbligata, dopo l’intervento delle autorità di vigilanza bancaria europee e di Bankitalia; sostanzialmente garanzie pubbliche sulle nuove emissioni obbligazionarie di Carige fino a 3 miliardi di euro e sottoscrizione di azioni della Cassa di risparmio fino a 1 miliardo. Il tutto entro i primi sei mesi dell’anno, quindi eventualmente anche dopo le elezioni europee. Sono questi i due pilastri della bozza del decreto – non definitiva – entrata in Consiglio dei Ministri.

L’obiettivo ripetuto più volte è quello di evitare o porre rimedio a una grave perturbazione dell’economia e preservare la stabilità finanziaria, nel rispetto delle norme europee che regolano il settore. Il Mef, si legge nella bozza, è autorizzato fino al 30 giugno 2019 a concedere la garanzia dello Stato su passività di nuova emissione di Banca Carige nel rispetto della disciplina europea in materia di aiuti di Stato, fino a un valore nominale di 3.000 milioni di euro. Come spiegato da Palazzo Chigi, la garanzia varrà anche sui finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d’Italia per fronteggiare – si legge nella bozza – gravi crisi di liquidità. Si tratta appunto di erogazione di liquidità di emergenza in conformità con gli schemi previsti dalla Bce. La garanzia può essere concessa solo a seguito della positiva decisione della Commissione europea sulla compatibilità dell’intervento con il quadro normativo dell’Unione europea in materia di aiuti di Stato applicabile alle misure di sostegno alla liquidità nel contesto della crisi finanziaria.

Banca Carige dovrà presentare, entro due mesi dalla concessione della garanzia, un piano di ristrutturazione per confermare la redditività e la capacità di raccolta della banca a lungo termine senza ricorso al sostegno pubblico. Anche il piano dovrà essere sottoposto alla Commissione europea. Al termine del CdM, il governo ha parlato di ricapitalizzazione precauzionale, definendola un’ipotesi residuale e non attuale. Nella bozza del decreto però il Mef è autorizzato a sottoscrivere, sempre entro il 30 giugno 2019, anche in deroga alle norme di contabilità di Stato, nel limite massimo di 1 miliardo di euro per l’anno 2019, azioni emesse da Banca Carige. Nello stato di previsione del Ministero dell’Economia viene istituito un Fondo con una dotazione di 2 miliardi di euro per il 2019, destinato alla copertura degli oneri derivanti dalle sottoscrizione di azioni e dalle garanzie concesse dallo Stato sulle obbligazioni e sull’erogazione di liquidità di emergenza. Un miliardo proviene dal fondo destinato proprio alle garanzie rilasciate dallo Stato istituito nel 2014 e un altro miliardo dalle risorse dei Fondi multilaterali di sviluppo e del Fondo globale per l’ambiente.

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A perderci, certamente, saranno gli azionisti e il management, ma siamo nella falsariga di quanto avvenuto per Mps e poi altre banche minori.

TAG: #BancaCentraleEuropea, #ForzaItalia, #GovernoDelCambiamento, Banca Carige, direzione PD, Lega Nord, M5S, ministero dell'economia, Partito Socialista
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