
Quello che non doveva accadere è accaduto. A nulla sono valsi i continui gridi di allarme dei cittadini. Nella notte a Roma ha preso fuoco l’impianto dell’Ama Tmb Salario per la gestione dei rifiuti. Una densa e alta colonna di fumo si è sollevata sulla zona di via Salaria e l’odore acre del fumo è stato avvertito anche in centro città. I vigili del fuoco hanno lavorato ore con diverse squadre per spegnere le fiamme all’interno di un capannone di duemila metri quadrati adibito a deposito rifiuti.
In base a quanto si apprende il pm Carlo Villani, già titolare di un fascicolo sulla struttura nel quale si ipotizzava il reato di inquinamento ambientale e attività di rifiuti non autorizzata, si è recato per un sopralluogo sul luogo dell’incendio. Al momento, spiega chi indaga, è ancora prematuro stabilire la natura doloso o colposa del rogo. A piazzale Clodio si attendono anche le informative delle forze dell’ordine intervenute. Intanto, il Campidoglio ha convocato una cabina di regia sul maxirogo, chiamando a raccolta la Protezione Civile e il dipartimento comunale tutela ambientale che si occupa di qualità dell’aria per monitorare la situazione è prendere i dovuti provvedimenti. “In seguito all’incendio sviluppatosi nell’impianto Tmb Salario, per ragioni precauzionali, in attesa dei dati delle misurazioni dell’aria da parte di Asl e Arpa Lazio, le raccomandazioni sono di chiudere le finestre laddove si percepisce odore, ma soprattutto evitare attività all’aria aperta ed evitare di consumare prodotti colti nell’area circostante all’incendio” dice il Campidoglio in una nota.
Stefano Nardini, presidente della Societa’ italiana di pneumologia spiega che quando accaduto sta provocando un aggravamento acuto dell’inquinamento, e cio’ si tradurra’ nell’irritazione delle vie bronchiali e polmonari. Prioritario e’ quindi, afferma l’esperto, evitare il possibile l’esposizione, con finestre chiuse e restando a casa. ”Difficile invece capire che tipo di protezione ci puo’ essere utilizzando le mascherine: non c’e’ una normativa prevista in proposito per quelle che non sono di suo professionale – ha aggiunto – e molto dipende da come queste aderiscono sul viso”. Cautele stringenti anche per i bambini.
Renato Cutrera, responsabile del reparto di broncopneumatologia dell’Ospedale Bambino Gesu’ di Roma, invita a tenere a casa i neonati e i bambini fino a due anni: ”in un minuto fanno il triplo dei respiri di un adulto e questo provoca un rischio maggiore di inalare sostanze pericolose”. Non si tratta solo di un odore fastidioso, aggiunge, ”perche’ queste sostanze possono arrivare nei bronchi, provocando bronchiti, e negli alveoli polmonari, trovando cosi’ una via per arrivare nel sangue”. Sara’ poi compito delle autorita’ indicare con previsione che tipo di sostanze si sono liberate nell’aria che sta attraversando la citta’, ”come successe quando un incendio sulla Pontina porto’ aria inquinata anche nella zona sud di Roma”. “Voglio lanciare un appello a tutte le città del Lazio e alle altre Regioni per collaborare in questo momento, soprattutto alla vigilia di Natale, per supportare Ama nel risolvere temporaneamente e nel minor tempo possibile questa situazione”. Lo ha detto la sindaca Virginia Raggi invitando gli altri territori ad aiutare la municipalizzata romana attraverso la ricezione dei rifiuti che venivano trattati nel Tmb Salario. Il problema dunque potrebbe essere la gestione dei rifiuti.
Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha precisato: ‘Stiamo lavorando affinché già in serata e alla vigilia del picco natalizio di produzione di rifiuti si sia in grado di risolvere il problema. Comunque il Lazio farà di tutto per aiutare la Capitale”. “In collaborazione con l’amministrazione comunale stiamo ascoltando tutti – ha aggiunto – si tratta di ricollocare un quantitativo molto importante di materiale. Siamo già attivi con le altre regioni e l’impiantistica regionale” . “L’aria di Roma oggi è irrespirabile, un disastro ambientale. La discarica del Salario, come è ormai diventato il TMB da tempo, andava chiusa come chiedono cittadini, comitati e associazioni del territorio – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -. Tante promesse pre-elettorali da tutti, ma nessuno ha mai avviato un cambio di rotta per chiudere un impianto dove si doveva lavorare l’indifferenziato per far uscire rifiuti trattati, e che invece è diventato una vera discarica nel cuore della città; colpa anche di una percentuale di differenziata che a Roma non cresce da tre anni e da nuovi impianti dei quali la capitale continua a non dotarsi.
Oggi il fumo e la puzza stanno attanagliando ogni angolo di Roma, quando il vento li avrà spazzati via, rimarranno per il quartiere salario e i suoi cittadini esausti. Bisogna pretendere la costruzione dell’economia circolare e lo faremo nei prossimi giorni con il nostro Ecoforum perché una giornata del genere sia solo un brutto ricordo, ma vogliamo anche che un disastro simile non rimanga impunito e abbiamo perciò inviato una denuncia per disastro ambientale”.