Per l’Osservatorio sul precariato di INPS non ci sono dubbi: i dati mostrano un’Italia in forte crescita. Le assunzioni nel 2018 sono aumentate e, in qualche caso, anche la stabilità contrattuale. Ecco cosa emerge dall’ultimo report pubblicato.
Tra gennaio e settembre 2018 le assunzioni in Italia sono aumentate: ben il 5,3% in più rispetto al 2017, ovvero 5.661.120 posti di lavoro. Seppur in miglioramento, le tipologie contrattuali a tempo indeterminato (+3,4%) e determinato (+4,7%) sono le meno scelte. Per il 2018, infatti, le aziende hanno preferito investire su contratti di apprendistato (+11%) e in somministrazione (+7,3%). Elevate restano anche le percentuali per contratti intermittenti (+6,2%) e stagionali (+4,6%).
I dati pubblicati da INPS sottolineano, inoltre, un miglioramento della posizione lavorativa italiana. Il report di gennaio-settembre 2018 vede un aumento del 45,7% di contratti che passano dal tempo determinato a indeterminato (+125.562). In contrazione, invece, sono i rapporti di apprendistato confermati dopo un periodo di formazione (-17,6%).
In questi nove mesi lavorativi l’Italia sembra aver fatto molti passi avanti. I dati permettono sicuramente di affermare un miglioramento sia sul piano della quantità di impiego sia sulla qualità contrattuale.
È bene precisare che la situazione lavorativa italiana è ancora in forti difficoltà. Lo confermano gli altri dati forniti dall’Osservatorio sul precariato di INPS. Infatti, se da un lato si registra un aumento delle assunzioni, rispetto al 2017 è in crescita la percentuale di cessazione di rapporti collaborativi (+7,4%). In questi nove mesi, quindi, circa 4.996.511 persone sono state costrette a rimanere a casa o a rinunciare al proprio posto di lavoro.
Gli impieghi maggiormente colpiti da cessazione sono quelli con tipologie contrattuali meno stabili (contratti a termine, intermittenti e in somministrazione). Per i contratti a tempo indeterminato, invece, le cessazioni sono in netta diminuzione (-4,4%)
I dati che maggiormente lasciano perplessi sono quelli relativi alle collaborazioni con Contratto di Prestazione Occasionale. In Italia ben 19.957 unità lavora con questa tipologia contrattuale. Per non parlare dello stipendio: in media l’importo mensile lordo calcolato è pari a 231 euro!
Per concludere, nessuna informazione viene fornita circa il lavoro nero. Quest’ultimo, dunque, è una realtà ancora difficile da indagare e da debellare.