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Iran, fra sanzioni e fine dell’unilateralismo. Parte Seconda

| 5 Novembre 2018 | ESTERI, IL FORMAT

Leggi la prima parte sul Ritiro USA dagli accordi nucleari e sanzioni all’Iran
Perché si è arrivati a questo punto?

Prima dell’accordo sul disarmo nucleare, firmato nel 2015 durante l’amministrazione Obama, l’Iran stava subendo un embargo parziale. Infatti nell’arco temporale fra il 2012 e il 2015, all’Iran erano state imposte sanzioni significative ma non totali. Ciò aveva comportato una politica di compromesso fra la sanzione e il commercio, portando a una riduzione dell’esportazioni di gregge iraniano del 40% da 2,5 milioni di barili a 1,5 milioni di barili al giorno. Alla nuova amministrazione questo sembra non star bene.

Inoltre va considerato che nel periodo 2012-2015, il mercato europeo era in recessione, (con conseguente calo della domanda di gregge), non facendo sentire troppo l’embargo sull’Iran. Ora che la domanda è in espansione, questo embargo ancora più intransigente potrebbe portare una impennata dei prezzi del carburante con relativo ristagno per l’economia europea. Oltre al decennale odio reciproco fra Iran e USA, il motivo per cui Trump ha scelto di uscire dagli accordi, minando la credibilità internazionale del suo Paese, risiede sempre nel suo modo di fare affari.

Esattamente come con la Russia, nel quale Trump ha scelto di uscire unilateralmente dall’INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty), con l’Iran ripropone la stessa tattica: cambia bruscamente le carte in tavola ponendo l’avversario davanti al fatto compiuto, quindi inizia con un approccio shock e irremovibile, apparentemente irresponsabile e aggressivo, per poi imporre alla controparte le proprie condizioni sotto forma di concessioni. E’ una tecnica d’urto che impone all’avversario di adeguarsi ai propri voleri. Una tattica senz’altro efficace che porta a un tavolo negoziale a proprio favore. Questa volta Trump sembra però aver tirato troppo la corda. Infatti ogni tecnica d’urto, o sortisce un effetto glorioso oppure rischia di sortire un effetto contrario, in cui anche i propri alleati voltano le spalle sdegnati.
E sembra proprio che per Trump si stia prospettando questa seconda opzione.

Sarà la fine dell’efficacia dell’ipervolontarismo giuridico americano?

(Iran Talks. Trattato nucleare con l’Iran. Vienna 14.07.2015, Foto: Dragan Tatic)

Quali saranno invece i risvolti prettamente iraniani?
Segui l’analisi nel prossimo articolo

Leggi la prima parte dell’articolo su ilFormat 

TAG: Federica Mogherini, INF, Iran, Medio Oriente, Obama, Rouhani, sanzioni, Sanzioni Iran, Trump, Unione Europea, USA
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