Il 5 novembre arriva un’ulteriore scossa agli equilibri mondiali: le annunciate sanzioni economiche di Trump si prospettano più severe delle prime in quanto intaccheranno il comparto finanziario ed energetico iraniano con conseguente riverbero negativo sulle economie europee, da sempre partners dell’antica Persia.
Con una domanda crescente di petrolio e una offerta che il governo iraniano tende a restringere, Trump ha pensato bene di non innalzare il costo del petrolio in vista delle elezioni di Midterm, applicando dei “waivers”, delle esenzioni. Quindi il pericolo di un Iran a zero esportazioni di gregge sembra rimandato. Ma adesso, più che una questione meramente economica, per gli europei e per il mondo, inizia a diventare una questione di principio: per quanto ancora sarà tollerato dalle potenze emergenti l’imposizione globale degli interessi nazionali statunitensi?
Mentre la Cina sta negoziando con il Tesoro USA per essere inserita fra i Waivers, l’Europa contrattacca dichiarando già da tempo che non concorda con le sanzioni e che sta lavorando a un sistema alternativo di transizioni bancarie (Special Purpose Vehicle) tali da sostituire lo SWIFT.
Così facendo l’Europa potrebbe continuare a commerciare e sostenere l’accordo nucleare senza subire le sanzioni americane.
In agosto l’Unione ha anche approvato il Regolamento 2018/1100 (che ha modificato l’allegato del Regolamento 2271/96) per mezzo del quale si impedisce l’adeguamento alle sanzioni ai soggetti economici europei. Ha inoltre rinnovato il mandato alla Banca Europea per gli investimenti al fine di garantire i rapporti che le piccole-medie imprese europee hanno con Teheran.
Ma il capolavoro dell’Unione europea, forse il primo nella storia, sta proprio nel fatto che queste contro misure anti-USA saranno estese anche alla Russia e alla Cina, storici rivali dei nostri alleati atlantici.
(Federica Mogherini, Alto rappresentante della sicurezza e della politica estera UE)
Tale reazione repentina e inaspettata ha ovviamente incontrato le ire dell’amministrazione Trump, che si troverebbe costretta a sanzionare anche gli alleati europei, quelli che alla Casa Bianca amano definire “nani politici e vermi militari”.
Ed è proprio qua che sta per aprirsi il nuovo cleavage. Uno scenario in cui l’Europa incrina la pesante alleanza con gli Stati Uniti aprendo il dibattito politico dei prossimi anni. Ormai è indubbio come sempre meno l’interesse nazionale americano e quello europeo coincidano.
Perché si è arrivati a questo punto?
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