
Nel panorama dell’informazione tutto tace. Guai a parlarne. In ballo ci sono miliardi e miliardi delle aziende di telefonia. Ma cosa ci stanno nascondendo? Sta per arrivare il 5G, il nuovo sistema permetterà connessioni di maggiore velocità e molte altre funzioni. La velocità di partenza del 5G è 1 gigabit al secondo, (10 volte di più dell’attuale). Ma il danno sugli esseri viventi a causa delle onde elettromagnetiche sarà disastroso. Questa volta a lanciare il grido d’allarme è Il Prof. Martin L. Pall, Professore emerito di Biochimica e di Scienze Mediche di Base della Washington State University, che ha inviato alle istituzioni europee e statunitensi una revisione di studi che dimostrano la pericolosità della tecnologia 5G.
Il Prof. Pall non lascia scampo ad equivoci: il 5G provoca danni cellulari al DNA – rottura al filamento singolo del DNA, rottura del filamento doppio, ossidazione delle basi del DNA; diminuzione della fertilità maschile e femminile, aumento di aborti spontanei, abbassamento di ormoni come estrogeni, progesterone e testosterone, abbassamento della libido;danni neurologici e neuropsichiatrici; apoptosi e morte cellulare; stress ossidativo e aumento dei radicali liberi (responsabili della maggior parte delle patologie croniche); effetti ormonali; aumento del calcio intracellulare; effetto cancerogeno sul cervello, sulle ghiandole salivari, sul nervo acustico. Insomma, c’è poco da scherzarci, l’impatto su tutta la popolazione sarà davvero dannoso. Qualche tempo fa 170 scienziati indipendenti (non il gruppetto del bar sotto casa) hanno chiesto alle istituzioni dell’Unione Europea di bloccare lo sviluppo della tecnologia 5G in attesa che si accertino i rischi per la salute per i cittadini europei.
Con il sostegno dell’associazione AMICA, Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale. I primi firmatari dell’appello sono stati Rainer Nyberg, EdD, professore emerito della Åbo Akademi in Finlandia, Lennart Hardell, docente al Dipartimento di Oncologia della facoltà di medicina di Orebro in Svezia. Poi sono seguite le firme di altre decine e decine di scienziati. L’appello chiede alle istituzioni dell’Unione Europea di bloccare lo sviluppo della tecnologia 5G in attesa che si accertino i rischi per la salute per i cittadini europei. “Serviranno molte nuove antenne con un’implementazione su larga scala che in pratica si tradurrà in un’installazione di antenne ogni 10-12 case nelle aree urbane, aumentando così in modo massiccio l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici – dicono gli scienziati – Con “l’uso sempre più intensivo delle tecnologie senza fili” nessuno potrà evitare di essere esposto perché, a fronte dell’aumento di trasmettitori della tecnologia 5G (all’interno di abitazioni, negozi e negli ospedali) ci saranno, secondo le stime, “da 10 a 20 miliardi di connessioni” (frigoriferi, lavatrici, telecamere di sorveglianza, autovetture e autobus autoguidati, ecc.) che faranno parte del cosiddetto “Internet delle Cose”. Tutto questo potrà causare un aumento esponenziale della esposizione totale a lungo termine di tutti i cittadini europei ai campi elettromagnetici da radiofrequenza”.
Senza orma di dubbio le onde elettromagnetiche creano inevitabilmente un danno per il corpo umano e non solo. Da anni scienziati, medici, ricercatori, associazioni si battono per divulgare questo messaggio, che spesso viene ostacolato. Ma, purtroppo l’aumento dei tumori è palesemente visibile a tutti. Sarà per l’elettrosmog, per l’alimentazione poco sana, per l’inquinamento? Fatto sta, che in Italia, secondo il censimento ufficiale dell’Associazione italiana oncologia medica (Aiom), dell’Associazione italiana registri tumori (Airtum), di Fondazione Aiom e di Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), raccolti nel volume ‘I numeri del cancro in Italia’, nel 2018 sono 373.300 i nuovi casi di tumore stimati, in aumento di 4.300 diagnosi rispetto al 2017