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E’ stato bello averti qui

| 18 Luglio 2018 | ESTERI, IL FORMAT

Una cartolina da Helsinki. Come l’Europa è rimasta incastrata nel proprio servilismo.

“E’ stato bello averti qui”. Queste le parole di Trump allo stimato collega Putin al summit di Helsinki. Mentre proprio il giorno prima il Tycoon riservava parole di disprezzo per quello che secondo gli americani sono i “vermi militari” (cioè noi europei), dichiarando nettamente che l’Europa è un nemico commerciale per gli Stati Uniti, il giorno dopo ad Helsinki, Trump riserva parole di buon elogio al suo mentore Putin.

Rapporti mai peggiori di così, ma le cose sono cambiate da 4 ore, da quando ci siamo incontrati”.
“La follia e stupidità degli Stati Uniti uniti alla strumentale caccia alle streghe del Russiagate hanno portato ai rapporti tesi fra i due Paesi”. Questo il mea culpa di Trump che comunque riconosce esserci stati errori da ambo i lati.
Ergo per Trump, alla base del rapporto incrinato fra Occidente e Russia abbiamo la follia e la stupidità americana. Bene. Chi lo spiega ai liberal-fanatici che nella crociata anti-russa che hanno versato fiumi di sangue e di like?

I tempi sono ancora acerbi per assistere a una concreta svolta, fatto sta che la triste tradizione di irrilevanza europea va avanti imperterrita: il rapporto fra Usa e Russia viene stabilito dagli stessi, mentre il rapporto fra Europa e Russia viene comunque stabilito da Usa e Russia. L’Europa è rimasta indietro a difendere una causa straniera che adesso sembra non servire più a nessuno.

Anni di propaganda anti-Russia buttati al vento. Tanta russofobia per nulla. E ora come si farà ad ammettere che in realtà si non stava perseguendo il proprio interesse comunitario ma si stava solo assecondando l’interesse americano?

Siamo stati i primi a balzare in prima linea per la difesa dell’alleato d’Oltre Oceano, mascherando tale azione come una crociata ideologica-umanitaria contro la tirannia di Putin: il bene contro il male.
Ma ora siamo stati lasciati soli sul fronte mentre il nemico si accorda con l’alleato.
Il bene e il male, si è visto, non esistevano, erano solo giochi di potere in cui l’opinione pubblica europea è stata bovinamente risucchiata.

Per la Russia è ancora presto per cantare vittoria, ma certamente al momento è in vetta alla classifica. Gli ultimi? Gli europei. Troppo occupati a proteggere le spalle all’alleato oltre mare piuttosto che pensare al proprio interesse. E ora che alla Casa Bianca le cose cambiano, l’UE cosa farà? Come si giustificherà con l’elettorato quando molto probabilmente al prossimo round, le sanzioni verranno magicamente ridimensionate?

Questa situazione, in cui gli Usa rischiano di diventare più amici della Russia di quanto non lo siamo noi europei, è fra l’altro del tutto paradossale: è l’Europa ad avere un netto beneficio al riavvicinamento alla Russia e non gli Usa, con i quali la Russia ha invece scarsi rapporti commerciali.

Che esistessero casi estremi di fazioni che si schierassero aspramente a favore dei propri carnefici era già visibile ad esempio nell’Irlanda del Nord, dove il governo locale è più unionista della Regina stessa e sta di fatto reggendo la Hard-Brexit che porrà un confine fra Belfast e Dublino. Ma quella è l’Irlanda del Nord. Che a questi livelli sia costretta a ridursi l’Europa, è davvero desolante.

http://ilformat.wwwnl1-ss17.a2hosted.com/regno-unito-le-sfide-fra-occidente-ed-europa/

TAG: America, Europa, Helsinki, Nato, Putin, rapporti internazionali, russia, summit, Trump, Unione Europea, USA, verme militare
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