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DIETRO IL PLEBISCITO DI MADURO

| 24 Maggio 2018 | ESTERI

Maduro si è confermato presidente del Venezuela per un secondo mandato. I comizi, non riconosciuti dalle Nazione Unite né dall’Unione Europea, sono stati convocati da un’assemblea costituente monocolore il cui unico obiettivo è quello di legittimare un regime che ha rinunciato a ogni tipo di proselitismo ideologico per imporsi attraverso il terrore.
Nell’assenza di un’opposizione ormai frammentata, Maduro è riuscito a far candidare due “avversari” con lo scopo di profumare di democrazia lo svolgimento di elezioni a partito unico, nelle quali il regime in questione controlla il Consiglio Nazionale Elettorale, ente incaricato di vegliare per l’imparzialità delle elezioni e paradossalmente composto dai vertici del PSUV (Partito al Governo).

Gli “avversari” di Maduro.

I contrincanti imposti dallo stesso Maduro per le elezioni dello scorso 20 maggio sono stati Henri Falcon e Javier Bertucci. Henry Falcon, ex-militare uscito dal governo di Hugo Chavez e infiltrato nell’opposizione per spaccarla con un discorso sempre più lontano dalla “Unidad Democratica” e sempre più vicino a Maduro, ha deciso di candidarsi irrispettando la linea di “non partecipazione” accordata dagli oppositori occasionando l’ennesima frattura all’interno della coalizione; dall’altro lato, Javier Bertucci, fondatore del gruppo “El Evangelio Cambia”, ha strumentalizzato le scritture per ottenere ingenti donazioni e allo stesso tempo, si è trovato coinvolto nei Panama Papers e detenuto per il contrabando di almeno 5000 tonnellate di diesel nella frontiera colombiana. Archiviato il suo caso, Bertucci si è candidato per ricambiare il favore a Maduro e custodire il proprio orticello di interessi.

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Campagna Elettorale? Meglio il Voto di Scambio

La campagna elettorale si è svolta nell’indifferenza totale di una popolazione ridotta agli estremi dell’umana sopportazione. Impegnati nell’arduo compito di sopravvivere in mezzo all’emergenza umanitaria che colpisce il paese e ormai troppo indeboliti come per ribellarsi, i venezuelani hanno ignorato l’appello elettorale di un regime che vuole perpetuarsi al potere sulla loro pelle.

Davanti alla palese disconnessione del regime verso i veri bisogni della popolazione, la Conferenza Episcopale Venezuela ha esortato Nicolas Maduro a sospendere il proprio plebiscito per occuparsi soluzionare la più grande carestia della storia venezuelana. Lo stesso appello è stato fatto dall’ONU e dall’Unione Europea ma Maduro ha deciso di proseguire sulla propria strada e di combattere l’astensione attraverso il voto di scambio.

Agli elettori di Maduro sarebbe stata consegnata una borsa di cibo in cambio del loro voto.
Nonostante gli sforzi propagandistici di Maduro, la natura autoritaria del regime si è evidenziata ancora una volta nello svolgimento di elezioni non libere, nelle quali lo Stato e il Partito di governo conformano lo stesso soggetto, ovvero, il regime è arbitro, parte e controparte in un gioco che ha l’obiettivo unico di legittimare un regime che non conta sulla simpatia dei venezuelani.

Perché Maduro è ancora al potere?

In conclusione il plebiscito di Maduro è stato lo strumento per distrarre gli attori politici venezuelani e il resto del mondo da un’emergenza umanitaria dalla quale sono fuggiti più di 4.500.000 su una popolazioni di 30.000.000. Tale crisi è la miglior arma per preservare il potere su una popolazione ormai troppo debole e decimata sia in numero che in forza.

Nel frattempo non si unificano i criteri. L’UE e gli USA applicano delle sanzioni economiche al regime venezuelano (ma questi ultimi comprano ancora del petrolio a Maduro), la Russia e la Cina ostacolano le decisioni della comunità internazionale nei confronti della crisi venezuelana e si spartiscono il sottosuolo venezuelano, mentre il narcotraffico internazionale si fa sempre più strada in mezzo ad uno stato fallito di cui si avvalgono per esportare, almeno, il 60% della cocaina che arriva in Europa.

Molteplici interessi impediscono l’applicazione di quella massima che afferma la prevalenza dei diritti umani al di sopra di ogni pretesa di sovranità che calpesti l’integrità e la vita delle persone. Quindi, come fa un presidente a rimanere al potere con l’ottanta percento della popolazione contro? La risposta è semplice, viene sostenuto dall’alto.

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