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I bambini profughi costretti a prostituirsi in Grecia

| 20 Aprile 2017 | ESTERI

Bambini migranti arrivati in Grecia da lontano, sottoposti a privazioni e abusi, sono costretti a prostituirsi per proseguire il viaggio verso l’Europa: un incubo che colpisce sempre più giovanissimi, tanto da assumere i contorni di un’epidemia, come racconta il rapporto di Vasileia Digidiki e Jacqueline Bhabha del centro per la salute e i diritti umani di Harvard. Abusi, stupri, matrimoni forzati e sfruttamento sessuale. Il documento, rilanciato dal Guardian, mette in luce il destino di tantissimi minori non accompagnati – provenienti da Paesi in guerra come Siria, Iraq e Afghanistan – che, arrivati nel Paese ellenico, non riescono a proseguire per mancanza di soldi.

Una parte di loro è così costretta a vendersi, al prezzo medio di 15 euro, a ‘clienti’ che hanno mediamente dai 35 anni in sù. Sono soggetti a stupri o matrimoni forzati, foto compromettenti di abusi con le quali vengono ricattati dai gruppi criminali che gestiscono le tratte. Digidiki ha sottolineato: “E’ nostra responsabilità come esseri umani affrontare questa emergenza e agire immediatamente a ogni livello per mettere fine alla più atroce delle violazioni della dignità e dei diritti umani.” In migliaia ancora bloccati in attesa di ricollocamento, secondo quanto riferito dalle agenzie umanitarie greche che si occupano di giovani migranti dal 2016, sono stati 5.174 i minori non accompagnati di cui hanno avuto notizia, il gruppo a il più alto rischio di sfruttamento sessuale. Solo 191 entro la fine dell’anno sono stati trasferiti in Europa mentre quasi il 50% è ancora in Grecia, in attesa di ricollocazione. Le autorità greche, si riconosce nel rapporto, hanno fatto qualcosa per migliorare la situazione, ma in tanti non riescono ancora ad accedere ai campi specializzati.

Inoltre, tra i minori soggetti a sfruttamento sessuale, alcuni cadono nelladipendenza da droghe. L’appello alla comunità internazionale: “Questo rapporto documenta un aspetto scioccante e dilagante dell’attuale crisi dei rifugiati: l’esposizione di bambini molti piccoli allo sfruttamento sessuale come strategia di sopravvivenza”, ha messo in luce Bhabha, sostenendo che “è imperativo che si affronti a livello nazionale, regionale e internazionale questa emergenza ripensando l’approccio” e “assegnando immediatamente risorse adeguate umane e finanziarie per cancellare questa situazione”. In particolare, si chiede di mettere fine alla detenzione dei minori migranti in Grecia, di destinare rifugi ai bambini che sono stati abusati, di migliorare il sistema legale di custodia, di fornire traduttori indipendenti e aree separate nei campi rifugiati.

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