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Ridotto il credito d’imposta sul bonus acqua potabile

| 8 Aprile 2023 | ECONOMIA

Il bonus acqua potabile ha avuto troppe domande, per questo il beneficio per chi l’ha richiesto sarà limitato. Il taglio, che era stato previsto dagli esperti, è arrivato con un provvedimento pubblicato nei giorni scorsi dall’Agenzia delle Entrate: la percentuale del credito d’imposta, per carenza di risorse, si riduce dal 50% al 17,9%.

Il “bonus acqua potabile” è un contributo, introdotto con la Manovra per il 2021 e poi prorogato dalla legge di Bilancio 2022, per “razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il consumo di contenitori di plastica”. Era stato pensato come un credito d’imposta al 50% delle spese, effettuate tra l’inizio del 2021 e la fine del 2023, “per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti”.

Tuttavia, nel provvedimento che regola il bonus si legge che c’è la possibilità di erogare il beneficio “in misura ridotta rispetto a quella prevista dalla norma qualora l’ammontare complessivo del credito d’imposta derivante dalle comunicazioni validamente presentate risultasse superiore alle risorse stanziate per ciascun anno”. In altre parole: l’ammontare effettivo del credito va commisurato ogni anno alle domande arrivate e alle risorse disponibili, in modo che chiunque lo richieda possa beneficiarne.

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Quest’anno, spiega l’Agenzia, “l’ammontare complessivo dei crediti d’imposta richiesti in base alle comunicazioni validamente presentate dal 1° febbraio 2023 al 28 febbraio 2023, con riferimento alle spese sostenute dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022, è risultato pari a 27.932.195 euro, a fronte di 5 milioni di euro di risorse disponibili, che costituiscono il limite di spesa”. Ciò vuol dire che “la percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile da ciascun beneficiario è pari al 17,9005% (5.000.000 / 27.932.195) dell’importo del credito richiesto”.

La percentuale di credito effettivamente fruibile, quindi, scende dal previsto 50% al 17,9%. Stiamo parlando, in particolare, del bonus acqua potabile per le spese effettuate nel 2022, che viene erogato nel 2023. Le comunicazioni per il 2022 andavano effettuate entro febbraio 2023: l’ammontare delle spese agevolabili, infatti, va comunicato all’Agenzia delle Entrate tra il 1° febbraio e il 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui sono state sostenute le spese.

Il bonus vale per le spese effettuate per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare, finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti. L’importo massimo delle spese su cui calcolare l’agevolazione è fissato a 1.000 euro per ciascun immobile, per le persone fisiche; 5.000 euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali.

Se per le spese del 2022 la percentuale del credito d’imposta è scesa notevolmente, è probabile che possa calare ancora per quelle del 2023. Nel 2021 il credito d’imposta era stato calcolato su una percentuale del 30,4%, per il 2022 – come detto – questa percentuale è scesa al 17,9%: nel 2023 le domande dovrebbero essere ancora molte, mentre i soldi stanziati sono 1,5 milioni (contro i 5 milioni del 2021 e del 2022). Bisognerà aspettare il 2024 per capire quale sarà la percentuale effettivamente fruibile, tenendo conto delle domande inviate e del budget stanziato.

TAG: acqua, agenzia delle Entrate, Bonus acqua potabile
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