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Bonus edilizia: lunedì incontro tra governo e associazioni di categoria

| 19 Febbraio 2023 | POLITICA

Parlamento in subbuglio e maggioranza divisa sul Superbonus: si cerca una soluzione sul decreto che ha bloccato la cessione dei crediti (oltre allo sconto in fattura). Forza Italia è pronta a fare le barricate, Fratelli d’Italia apre alla cartolarizzazione.

A protestare sono anche le opposizioni, con il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle in testa. Il deputato FdI Alfredo Antoniozzi e il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti, affermano che il Governo è aperto a modifiche. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, aggiunge: “Molti hanno passato il cerino a quelli che venivano dopo, il governo Meloni ha dovuto scegliere, non si poteva rinviare”.

Intanto lunedì pomeriggio, alle 17.15, sono stati convocati i presidenti delle categorie interessate dalle norme che bloccano la cessione dei crediti dei bonus edilizia: Ance, Confindustria, Confedilizia, Confapi, alleanza delle Cooperative Italiane. Secondo quanto trapela da fonti imprenditoriali, al tavolo si siederanno anche gli artigiani della Cna e della Confartigianato. Lo stesso giorno, alle 16:30, il governo incontrerà anche i rappresentanti di Abi, Cdp e Sace.

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A rappresentare l’Esecutivo saranno il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, quello delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, quello dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, il viceministro all’Economia Maurizio Leo e il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini.

Da Forza Italia, Erica Mazzetti, deputata e componente della commissione Ambiente della Camera ritiene che “il provvedimento del governo” che blocca il Superbonus “è stato un fulmine a ciel sereno perché il mese scorso, durante un question time in commissione al Senato si era specificato che secondo Eurostat i debiti del Superbonus non costituivano debito pubblico.

Giorgetti ci ha detto che, secondo Istat, non era così. Aspettiamo il documento”, dice Mazzetti che, poi, lancia l’attacco: “Potrebbe essere la tomba per l’edilizia, non lo dobbiamo permettere e su questo Forza Italia farà le barricate perché il presidente Berlusconi sa che l’edilizia è il motore dell’economia”.

Anche il capogruppo FI alla Camera, Alessandro Cattaneo, avanza forti dubbi sul provvedimento varato dal governo: “In questo momento non c’era altra scelta, ma il conto non possono pagarlo famiglie e imprese. Togliere il Superbonus potrebbe determinare anche una frenata dell’economia. Forza Italia lavorerà per una soluzione”. Per Cattaneo è stato necessario “mettere il punto a una situazione che ci avrebbe portato al default”, ma “ora bisogna sbloccare i crediti maturati una volta per tutte”.

A spiegare i motivi che hanno portato al provvedimento è il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti secondo cui “non possiamo mettere a rischio i conti pubblici” ma è “certo che siamo pronti a modifiche”. Una “strada percorribile”, per Foti, “è quella di valutare la cartolarizzazione dei crediti ceduti”.

“Il decreto sul Superbonus ha conosciuto questa misura drastica (il blocco della cessione dei crediti, ndr) perché quella che doveva essere una misura spot è andata degenerando. Non ci possiamo permettere di non vedere una situazione che è una bomba a orologeria. Lo sapeva anche il governo Draghi, ma non è potuto intervenire per ragioni politiche”.

L’ipotesi sulla cartolarizzazione è confermata anche dal vicepresidente dei deputati di FdI, Alfredo Antoniozzi: “Sul superbonus valutiamo modifiche con gli alleati, tra i quali quelli della cartolarizzazione dei crediti. Che ci fosse una grave situazione relativa alla tenuta dei conti lo sapeva pure Draghi”, ribadisce l’esponente FdI: “Voglio ricordare il nostro debito pubblico e le possibilità di aggressione speculativa che dobbiamo fronteggiare anche con misure che possono sembrare impopolari, ma che richiedono alto senso di responsabilità”.

Chi parla di “bomba sociale a orologeria” è il Pd. Il deputato già sottosegretario del governo Draghi, Vincenzo Amendola ritiene che “i bonus edilizi servono e serviranno per le scelte europee che facciamo. Quello che ha funzionato male è la cessione dei crediti. Questa monetizzazione si è incagliata”.

Per Amendola, però, ora “invece di fare una discussione che apre a una bomba sociale sulle imprese e sulle famiglie, si può discutere su come disincagliare 15 miliardi di crediti. Abbiamo passato mesi a discutere di balneari e Pos e non si è trovato il tempo di discutere di questioni come queste”.

Il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte intanto ha riunito in giornata i parlamentari del MoVimento per discutere di come muoversi. All’ordine del giorno anche le possibili iniziative da adottare per contrastare il decreto appena varato dal governo.

Durante il meeting, Conte avrebbe definito la legge approvata dal governo “un decreto vergogna” con cui Meloni e la sua squadra “hanno voltato le spalle a tutti gli italiani”. Il leader 5S ha quindi proposto di “contrastare in ogni sede” le “falsità” dette dal governo – “che il Superbonus è una misura dannosa e non sostenibile” –  con “una vera operazione-verità”.

In mattinata, l’ex ministro Stefano Patuanelli ha parlato del dl sui bonus come di “una decisione folle, che avrà effetti devastanti sul tessuto economico di cui il governo non ha nemmeno piena contezza”. L’ex ministro sottolinea poi come soltanto “due giorni fa” era stata la giunta Fedriga a sbloccare “l’acquisizione dei crediti del Superbonus, mettendo fine allo stallo causato dalla folle politica ideologica contro questa misura. Passano 48 ore e il governo distrugge tutto tramite decreto legge. E questi sono quelli che ci vorrebbero raccontare l’autonomia differenziata. Ho i brividi”.

A rincarare sulla necessità dell’intervento sul superbonus per “risolvere una situazione dannosa, frutto di una gestione scriteriata dell’economia nata con la sinistra e il Movimento Cinque Stelle”, è Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Finanze a Montecitorio.

“Parliamo infatti di 110 miliardi di euro che pesano sul bilancio pubblico – ha detto Osnato, aggiungendo “il governo non è intervenuto sulla misura in sé, ma bloccando la cessione dei crediti e dello sconto in fattura. Oggi ben l’80% dei crediti è infatti incagliato nelle banche: è evidente che se non fossimo intervenuti saremmo andati incontro a un vero e proprio disastro. Siamo pronti ad ascoltare gli imprenditori e le associazioni di categoria. Già lunedì saranno ascoltati dal governo perché per noi le Pmi sono il motore della nazione e sono state purtroppo loro le vittime che hanno maggiormente pagato il conto delle politiche del governo giallo-rosso. Fratelli d’Italia è al loro fianco per risolvere definitivamente questa questione salvaguardando da un lato posti di lavoro e dall’altro le finanze pubbliche dello Stato”.

L’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha diffuso i numeri sul Superbonus. La misura ha generato 372.303 asseverazioni, depositate entro il 31 gennaio scorso, e lo Stato, con il cosiddetto 110%, dovrà farsi carico di una spesa di 71,7 miliardi di euro. Su quasi 12,2 milioni di edifici residenziali, questa misura ha interessato solo il 3,1% degli immobili ad uso abitativo. Secondo l’associazione “con il decreto del governo approvato l’altro ieri non è stata trovata una soluzione per le tante aziende e famiglie che sono in possesso di una massa di crediti fiscali importanti e non più esigibili”.

TAG: bonus edilizia, consiglio dei ministri, governo, Imprese
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