Approvata la manovra da 35 miliardi. “Una legge di bilancio coraggiosa, figlia di scelte politiche” ha detto la premier Meloni nella conferenza di presentazione. Tra le misure: il taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi, un mese in più di congedo parentale all’80%, una stretta progressiva sul Reddito di cittadinanza.
Opposizioni sulle barricate: il Pd verso una manifestazione di piazza il 17 dicembre. “Misure inique” dice Letta. Conte rabbioso promette battaglia sul Reddito di Cittadinanza. Il Mondo politico in lutto. È morto dopo lunga malattia Roberto Maroni, ex segretario della Lega, governatore della Lombardia e ministro dell’Interno.
“C’è un sindaco che forse si candida alle primarie del Pd che è venuto da me un mese fa e mi dice avete fatto un bel risultato, voi del Terzo Polo siete forti ma non posso darvi il secondo assessore altrimenti tutti dicono che è sono tuo amico e perdo il congresso”. Così Matteo Renzi alla presentazione de “Il Mostro”, a Roma, intervistato da Claudio Cerasa. “Letta lo hanno chiamato da Parigi per questo: serviva qualcuno che unisse il partito perché era contro Renzi. Dopo di che, non parlo delle primarie del Pd. So solo che chiunque sarà eletto farà meglio di Letta”.
“Chi ricopre cariche pubbliche ha il dovere di rispondere alle domande. Né può pensare di liquidare con insinuazioni e dietrologie i giornalisti che cercano di ottenere risposte, perché questo in democrazia è un preciso dovere per chi fa informazione. Va per questo respinta con forza, perché inaccettabile nella forma e nella sostanza, la reazione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alle richieste dei giornalisti di rivolgerle altre domande al termine della conferenza stampa di presentazione della manovra economica”.
Raffaele Lorusso, segretario della FNSI
Lo afferma, in una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi. “È indubbio – prosegue – che un capo di governo sia oberato di impegni, ma una migliore organizzazione dei tempi, specie quando si discute di temi delicati per la vita del Paese, è sempre possibile. Con l’auspicio che ciò possa avvenire in futuro, non sarebbe male se i cronisti prendessero l’abitudine, come pure talvolta è avvenuto in passato, di non partecipare o abbandonare i comizi camuffati da conferenze stampa di cui, non da oggi, ci sono numerosi esempi lungo tutto lo Stivale. Sarebbe un modo – prosegue la nota della Federazione della stampa – per stigmatizzare in modo chiaro e inequivocabile di fronte all’opinione pubblica i comportamenti di chi continua a confondere il lavoro dei giornalisti con quello, pure prezioso e rispettabile, delle proprie segreterie particolari”.