La pandemia, e la crisi economica che ne è conseguita, ha acuito il degrado di molti contesti territoriali, incidendo non marginalmente sulla vita di tutte le persone ed, in particolare, delle fasce giovanili: uso e abuso di alcolici e stupefacenti costituiscono la sicura concausa di comportamenti violenti.
A denunciarlo è il procuratore generale della Repubblica Luigi Riello, durante in suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario, in corso a Castel Capuano a Napoli. “Con il venir meno delle restrizioni legate all’epidemia, “è riesplosa la violenza tra giovanissimi, le aggressioni anche tra ragazzi infra quattordicenni e, pertanto, non imputabili, armati di coltelli. Tali violenze sono state realizzate spesso nel corso della movida nelle aree di maggiore aggregazione giovanile” denuncia Riello.
“L’uso disinvolto di internet, della navigazione incontrollata nel web, caratterizzata da un crescente accesso “senza filtri” a siti che incitano all’odio e alla violenza o a immagini a sfondo pedo-pornografico, la diffusione incontrollata di giochi violenti” – spiega il procuratore, il quale evidenzia come sia “indispensabile una normativa più rigorosa che tuteli la riservatezza delle comunicazioni e dei dati relativi al traffico on line. Durante la pandemia, si è registrato un complessivo aumento di volume di materiale pedopornografico su Internet”.