Il contesto storico che stiamo vivendo, ha portato sicuramente dei cambiamenti, non sempre negativi.
Più attenzione verso una sana alimentazione, alle varie attività sportive e non, più attenzione verso se stessi. Per esempio, gli spostamenti a piedi o in bici in Italia sono passati nel giorno medio feriale dal 24,1% del 2019 al 32,7% dei primi dieci mesi del 2020.
Nel 2020, l’anno della pandemia, sono aumentate anche le biciclette vendute: oltre 2 milioni, +17% rispetto all’anno precedente. All’aumento delle bici si è affiancato nel 2020 un potenziamento delle reti ciclabili, con casi virtuosi come Milano (+ 67 km), Venezia (+18 km), Bologna (+ 16 km), Genova (+25 km), Roma (+ 33 km).
Lo ricorda Narvalo, società spinoff del Politecnico di Milano, in vista della Giornata Mondiale della Bicicletta del 3 giugno. Narvalo cita i dati del rapporto Mobilitaria di Legambiente e di Ancma-Confindustria.
Secondo Mobilitaria, 26,6 milioni di italiani affermano di aver cercato nel 2020 un nuovo mezzo di trasporto, meno inquinante dell’automobile. “Nel 2020 è emerso un interessante miglioramento del tasso di mobilità sostenibile, – commentano Venanzio Arquilla e Ewoud Westerduin, fondatori di Narvalo, – trainato non solo dal Bonus Mobilità, ma anche e soprattutto dalla consapevolezza della bicicletta come mezzo sicuro e alternativo sia ai mezzi pubblici, per evitare assembramenti, che all’uso privato dell’auto, per limitare il traffico e le emissioni di CO2. Allo stesso tempo, consente di fare movimento e rimanere in salute”.
Andare in bici è un’attività aerobica che apporta numerosi benefici fisici, tutti provati da diversi studi scientifici. Non ci sono dubbi: pedalare migliora la salute del nostro cuore, tenendo alla larga le malattie cardiovascolari, vale a dire infarto e ictus.
Un’indagine pubblicata sulla rivista British medical journal ha dimostrato che basta pedalare mezz’ora al giorno per dimezzare il rischio di infarto. Secondo i ricercatori del Think Team dell’Università dell’Illinois, i partecipanti a un esperimento hanno riscontrato un miglioramento del 15% sui test mentali dopo aver migliorato la propria performance in bicicletta anche solo del 5%.
Il dato viene interpretato così: l’esercizio fisico stimola la generazione di nuove cellule nell’ippocampo, la parte del cervello responsabile della memoria. Questo effetto può essere di particolare utilità per i malati di Alzheimer, ma anche per i malati del morbo di Parkinson.
Fa bene all’ambiente: sostituire l’auto con la bici, si sa, apporterebbe dei benefici enormi all’ambiente e all’aria che respiriamo. Un uso collettivo della bici più intenso riduce l’inquinamento e le emissioni di Co2. E in ogni caso il tutto si traduce, ancora una volta, in un beneficio per la nostra salute, perché respirare un’aria inquinata non fa bene ai nostri polmoni.
La bici, inoltre, aumenta la bellezza della città, riducendo la presenza di auto nei centri storici. Infine, l’umore è la condizione psicologica ed emotiva che fa da sfondo a qualunque attività umana. Noi essere umani proviamo una sensazione o un’emozione di fronte a qualsiasi evento. Pedalando si consumano energie e il cervello produce delle sostanze che migliorano l’umore, come l’endorfina.
Inoltre il senso di libertà e di autodeterminazione, cioè di essere padroni della propria esistenza, aumenta il benessere psicologico.
Grazie poi all’uso continuativo della bici il fisico migliora e con sé anche l’autostima, poiché ci si vede più belli e più in forma, si è più inclini ad accettarsi e a relazionarsi con gli altri.
Infine nella nostra psiche avviene un dialogo interno detto autoefficacia, cioè una sorta di valutazione e di presa di consapevolezza delle proprie capacità, dettata appunto dalla rafforzata sensazione di autodeterminazione. In sostanza ci convinciamo di essere più bravi, più belli e più forti.