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In auto si perdono 10 giorni di lavoro l’anno, 21 a Roma e quanto inquinamento

| 28 Maggio 2021 | AMBIENTE

Dal tempo perso dentro la propria scatoletta di metallo per raggiungere il posto di lavoro al problema dell’inquinamento. Una mancanza totale di una adeguata politica ambientale in grado di valorizzare i mezzi pubblici e le piste ciclabili. In Italia ci sono 663 automobili per 1.000 abitanti (seconda solo al Lussemburgo in Europa) e il 64% della popolazione utilizza l’auto per i propri spostamenti.

Questo porta a un alto livello di congestionamento dei grandi centri urbani, nei quali il tempo aggiuntivo medio per compiere un percorso in auto è superiore a quello previsto in assenza di traffico di almeno il 20%, con la conseguenza che negli spostamenti si perde ogni anno l’equivalente di oltre 10 giornate lavorative, con una punta di 21,5 giornate a Roma e 18,6 a Milano. E’ quanto emerge da uno studio di Nomisma, presentato a Roma.

Per fare qualche esempio, a Roma, nell’ora di punta mattutina, si impiegano 54 minuti per compiere un tragitto che in assenza di traffico richiederebbe 30 minuti, con un aumento di tempo pari a circa l’80%. A Milano i minuti aggiuntivi per un percorso di 30 minuti sono 21. Secondo lo studio, inoltre nel 2019, in Italia il parco veicolare privato contava 39,5 milioni di autovetture, in costante crescita dal 2000.

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Nell’ultimo ventennio il parco autovetture ha incrementato la propria consistenza di circa 7 milioni di autoveicoli, per una crescita superiore al 20%. Rapportando il tasso di crescita del parco autovetture a quello della popolazione, si evince che nel ventennio considerato è aumentata la quota di autovetture pro capite, che passa da 572 autovetture per 1.000 abitanti del 2000 ai 663 del 2019.

Un altro elemento di criticità evidenziato è che nella maggior parte dei casi in auto si viaggia soli: i dati più recenti sul coefficiente di riempimento dell’auto evidenziano la presenza di 4 persone ogni 3 automobili (conducenti compresi). Secondo una ricerca Anci, negli spostamenti da casa verso il luogo di lavoro o di studio, ogni giorno circolano 1,9 milioni di autovetture con 2,5 milioni di persone a bordo. Se ogni auto trasportasse due persone, circolerebbero 628mila auto in meno, con notevoli benefici economici dei viaggiatori e evidenti vantaggi anche per la qualità dell’aria.

Per effetto del Covid si può supporre che il trasporto pubblico incontrerà una fase critica, sostiene Nomisma, che consiglia di “raggiungere e sostenere un ragionevole equilibrio tra le esigenze crescenti di mobilità e soluzioni sostenibili da un punto di vista economico, sociale e ambientale” con un “un ripensamento profondo sia dei modelli di offerta che delle modalità di regolazione del mercato”.

“Lo studio – sottolinea Giulio Santagata, consigliere di Nomisma – conferma la crisi del modello attuale, dovuta principalmente alla sua rigidità. Occorre per questo favorire la flessibilità, attraverso una regolazione del mercato che favorisca la concorrenza”.

Parlando proprio di inquinamento, uccide più del tabacco, e fa il doppio delle vittime rispetto a quanto stimato finora (8,8 milioni nel mondo in un anno, pari a 120 morti ogni 100 mila persone; le sigarette uccidono 7,2 milioni di persone in un anno), principalmente contribuendo a causare malattie cardiovascolari; sono 790.000 le morti stimate per l’intera Europa (133 ogni 120 mila persone) in un anno (dati 2015) e 659.000 decessi per l’UE a 28 (129 ogni 100 mila).

Lo rivela un vasto studio pubblicato sull’European Heart Journal: è emerso che le morti da inquinamento sono nel 40-80% dei casi per malattie cardiovascolari (CVD), il doppio che per malattie respiratorie. Lo studio è stato condotto da Thomas Münzel, dell’Università di Mainz, in Germania: le morti da smog sono più di quelle da tabacco che, sottolinea lo scienziato, peraltro è un pericolo evitabile, diversamente dallo smog.

Guardando ai singoli paesi l’Italia si scopre tra quelli con più vittime in Europa occidentale, dopo la Germania che ha un tasso di morte per inquinamento di 154 per 100.000 (pari a una riduzione di aspettativa di vita per la popolazione di 2,4 anni in media), 136 vittime di smog per 100 mila in Italia (1,9 anni di vita persi in media), 150 in Polonia (2,8 anni di vita persi in media), 98 in Gran Bretagna (meno 1,5 anni), 105 in Francia (1,6 anni in meno di aspettativa di vita).

Condizioni peggiori si vedono in Europa dell’Est, ma non tanto perché sono più elevati i livelli di inquinamento, quanto perché le condizioni di salute in generale sono peggiori: così ad esempio Bulgaria, Croazia, Romania e Ucraina hanno un tasso di morte da smog di oltre 200 individui per 100.000 persone.

Il problema sono soprattutto le particelle inquinanti, che in molti paesi Ue eccedono i limiti fissati dall’Organizzazione Mondiale per la Salute. Passando a forme di energia pulita, concludono gli autori del lavoro, le morti da smog si potrebbero più che dimezzare.

TAG: smog, traffico
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