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Xª Flottiglia MAS

| 14 Dicembre 2020 | LIBRI

Xª Flottiglia MAS. Una questione spinosa che vede, nello scenario della Seconda Guerra Mondiale, attori protagonisti e attori secondari, ma che, secondo l’autore del libro, in verità sono mossi da fili ben intrecciati, seppur invisibili. Un lungo lavoro di ricerca metterà a nudo questioni, farà nomi, chiarirà eventi per lungo tempo tenuti nascosti.

Oggi, come premesso nell’ultimo articolo, trattiamo uno di quegli argomenti di cui si è sempre parlato poco o niente: la Decima Flottiglia MAS: un reparto dei mezzi d’assalto della Marina italiana che, nel marzo del 1941, assunse tale denominazione coniato da Gabriele D’Annunzio.

In verità, devo dire che non mi ero accorta di questo particolare finché non ho preso in mano l’ultima opera di Gianluca Padovan.

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Un po’ spinta dalla curiosità ed un po’ perché non sono una donna che si accontenta delle favolette, ho iniziato a cercare materiale di ogni tipo sulla Decima. La ricerca è partita dai miei libri di Storia, sono poi passata ai siti tematici, ma non mi sono fatta mancare i video, sia vecchi sia registrati attualmente,  e tutto ciò che ho trovato è stato davvero minimo se confrontato al materiale presentato nei due volumi.

Tutto ciò fa davvero pensare. Se quella quantità di materiale informativo (documenti, registrazioni, lettere,…) è raggiungibile con lavori di ricerca, come sono stati effettuati da Gianluca (seppur tra mille difficoltà e ostacoli): perché non sono fruibili liberamente a tutti?! Perché i libri di Storia non li riportano?! Queste sono state le mie prime domande.

La Storia appartiene a tutto il genere umano ed è giusto che le verità si sappiano. L’unico modo che abbiamo, in quanto umani, di salvarci dai nostri passati errori è solo la conoscenza appieno degli eventi e delle cause che li hanno scatenati. Ma è anche giusto conoscere i nomi di chi ne ha ordito le trame.

A questo punto, mi viene da pensare che troppe cose andrebbero riscritte sui libri di Storia. Dubbio che già avevo in passato e che oggi si è fatto più forte.

Da qui la mia scelta di intervistare l’autore per permettergli di presentare egli stesso la sua opera.

Di seguito troverete l’intervista, ma devo dire che l’autore non si è sbottonato tanto. Diciamo che ha lasciato libertà di lettura e di interpretazione a tutti coloro che vorranno leggere i due volumi.

Credo sia anche giusta la sua scelta in quanto, una lettura così, non dev’essere condizionata e non deve avere idee preconfezionate che possano influenzare il libero pensiero.

Sono libri ricchi di documenti reali con date, nomi, luoghi, eventi, ordini. A voi la scelta di decidere come leggere tutto ciò.

Intervista a Gianluca Padovan

Gianluca, ho fatto una piccola indagine, tra le mie conoscenze, per tastare con mano quanti conoscessero la storia della Decima MAS e, con grande stupore, devo dire che in pochi la conoscevano. Vuoi spiegare tu?

Una unità di guerra. Spiegarlo anche succintamente richiederebbe almeno qualche migliaio di battute. In ogni caso lo spiego nel dettaglio proprio nel libro.

Da cosa è nata l’idea/necessità di scrivere il libro?

Un po’ per caso, come in molte vicende della vita. Seppure, d’altro canto, il caso non esista. Diciamo, per non dare l’impressione d’eludere la domanda, che dopo decenni in cui mi “capitava” di occuparmi anche di vicende belliche, ho ritenuto di dover mettere nero su bianco taluni risultati conseguiti “sul campo”.

Quali momenti ti hanno colpito di più durante le ricerche e la stesura dei due volumi?

La quantità di materiale d’archivio perfettamente consultabile e tranquillamente ignorata. Da qui mi riallaccio alla precedente domanda e concludo affermando che l’ignorare non è mai salutare per l’indagine storica e la comprensione del nostro attuale stato sociale.

Tu dici che nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale l’Italia poteva starsene fuori: perché dici questo? Da cosa lo hai evinto?

Il Regno d’Italia certamente poteva non entrare in guerra. Si leggano innanzitutto i “Trattati”. In secondo luogo la guerra è in linea di massima una questione di soldi e da tre-quattro secoli a questa parte la guerra è la sola espressione d’una volontà delle banche e dell’industria: la politica e la così detta “classe politica” fanno i soli interessi di queste due e non già del Popolo. Comunque, ad esempio, ritengo utile nonché illuminante la lettura del libro del magistrato Marco Zenatelli e recentemente pubblicato: “Breve storia di un colpo di stato. Dalla Triplice al Patto di Londra. L’intervento italiano nella guerra europea”.

Dove hai reperito tutto quel materiale infinito che proponi nei due volumi?

Su libri, quindi in biblioteca, nei documenti d’epoca, quindi in archivio. E sul campo, per ricercare talune tracce materiali di quanto s’è scritto in alcuni libri.

Può accedervi chiunque agli archivi?

In linea di massima sì. Poi, ovviamente, le occulte limitazioni vi sono eccome: lo scrivo proprio nel libro.

Potrebbe essere identificata come un’opera a favore del fascismo?

No, non lo è. Non è a favore di alcun partito o corrente partitico-politica. Difatti, come anzidetto, queste sono in linea di massima le espressioni di coloro i quali non hanno come obiettivo primario gli interessi del Popolo.

Cosa hai scoperto, che non sapevi, attraverso i documenti che hai reperito?

Esattamente quanto ho sopra detto.

Tu stesso lo hai definito un libro scomodo per certi versi: chi potrebbe risentirne e perché?

Potrebbe risentirne chi si è sempre dichiarato a favore del Popolo e anche oggi tale si dichiara: in realtà è solo un “pupo” che fa ciò che il puparo gli ordina: in cambio ha un apparente potere e una vita agiata per sé e la propria discendenza.

Hai detto che troppe cose sono state nascoste al popolo italiano e al mondo intero: a cosa ti riferisci?

Direi di averlo appena espresso e in modo chiaro.

La tua conclusione qual è?

Se si vuole vivere consapevolmente si cominci, come prima “mossa”, a spegnere la televisione e pensare con la propria testa.

Non temi che queste considerazioni possano creare attacchi e critiche feroci contro la tua opera?

Pazienza, me ne farò una ragione.

In ultima battuta, cosa ti senti di voler comunicare in merito agli ultimi 8 capitoli “velenosi” (passami il termine) che hai voluto dedicare a banche, industria, massoneria, costo in vite umane della Grande Guerra, foibe, soldati prigionieri, cronologia degli avvenimenti.

Ogni essere umano con un minimo di discernimento dovrebbe porsi una più che lecita domanda quando si sente dire che bisogna organizzarsi per entrare in guerra o, soprattutto, che deve partire per il fronte, quando la propria Nazione non è attaccata. Oppure che deve partecipare alla “rivoluzione” per il bene del Popolo.

Cui prodest?

«A chi giova?», si deve domandare.

Personalmente ritengo che le guerre e le rivoluzioni del XVIII, XIX, XX e XXI secolo (periodo storico trattato nel libro) abbiano fatto i soli esclusivi interessi delle banche private, delle industrie e soprattutto dei loro proprietari.

Ergo, grazie alle conoscenze filosofiche, morali e scientifiche a cui il genere umano è pervenuto ritengo che sia assolutamente impensabile il non poter vivere tutti, nessuno escluso, nella più totale “pax”, coltivando la consapevolezza nei confronti della vita su questa Madre Terra, coltivando affetti familiari e piacere nel relazionarsi col prossimo, seguendo nel massimo rispetto altrui la filosofia, il credo religioso o lo gnosticismo che più ci può aggradare. Il tutto nella più chiara armonia. Pensateci.

Così si conclude l’intervista di oggi. Condivido l’invito al pensare soprattutto con i giovani che, troppo spesso, studiano su mappe con micro-informazioni e libri riassuntati per velocizzare lo studio a discapito del sapere. Ragazzi, il futuro è il vostro: se non conoscerete bene il passato vi ritroverete a fare i nostri stessi errori. L’umanità tutta sta ancora pagando per gli errori/orrori di chi ci ha preceduti. Studiate, approfondite, non accontentatevi ed abbiate sempre fame di sapere!

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