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Democratici o Repubblicani… Interessano Davvero agli Investitori?

| 24 Novembre 2020 | ECONOMIA

Partiamo subito con una provocazione: la figura del presidente degli Stati Uniti d’America, fondamentale per le politiche interne e cruciale sullo scacchiere internazionale, è davvero così influente nell’andamento dei mercati finanziari globali?

Ebbene sì, sfatiamo ogni minimo dubbio perché tra le tante funzioni espletate dallo stesso Presidente degli USA c’è anche la capacità di avere tra le mani alcuni strumenti per influenzare l’andamento del mercato azionario.

Con l’elezione e durante il mandato presidenziale il consenso sull’operato del Presidente della Casa Bianca dipende anche dal trend dei mercati macroeconomici e finanziari internazionali. 

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Ma non dipende solo dallo scenario economico perché anche gli stessi inquilini della White House influiscono eccome sull’andamento delle Borse e sul sistema economico visto che hanno il potere di fissare le aliquote fiscali ed elaborare le leggi per regolamentare l’economia. 

Elezione del neo Presidente USA e influenza sui mercati finanziari

In seguito a non poche polemiche è notizia recente l’ufficialità di Joe Biden come 46esimo presidente USA. Quanto la preferenza del popolo americano di un candidato democratico – piuttosto che repubblicano – incide sull’ambito finanziario? Dando un’occhiata a quanto accaduto nella storia recente possiamo affermare che sia del tutto indifferente.

Perché? Bisogna anzitutto scindere la politica dai mercati. I due aspetti seppur interconnessi sono entità distinte, con pesi specifici diversi. È indubbio che “asini” ed “elefanti” spingano politicamente su temi opposti, puntando a veri e propri feticci tradizionali dell’uno o dell’altro schieramento. Paese che vai, ridondanza che trovi!

Prima dell’elezione del Presidente USA Biden l’indice S&P 500 (SPX) è sceso dello 0,04% tra il 31 luglio e il 31 ottobre. Il mercato azionario ha un track record abbastanza affidabile: dalla Seconda guerra mondiale quando l’indice S&P 500 è caduto nei tre mesi precedenti, il Presidente in carica o il partito del presidente uscente ha perso le elezioni 88 %.

Allo stesso modo, quando l’S&P 500 sale il Presidente in carica o il partito del presidente uscente ha vinto l’82% delle volte.

Il mercato azionario aveva previsto una vittoria di Trump fino a venerdì, quando l’indice S&P 500 è crollato dell’1,2%. 

“Quest’anno, il Predictor ha chiuso leggermente in rosso durante questo periodo di tre mesi, il che implica, ma non garantisce, che Biden uscirà vittorioso”, 

ha sottolineato Sam Stoval, capo stratega degli investimenti del CFRA.

A riprova di quanto sostenuto, osserviamo con attenzione i grafici sull’andamento dell’indice S&P 500 correlato agli ultimi cinque uomini a guida della Casa Bianca. 

La scelta di Banka Digitale di non andare troppo a ritroso nel tempo è legata all’evoluzione della Borsa e del suo ruolo, divenuto (a partire dagli anni ‘80) sempre più determinante per le sorti del mondo rispetto al passato.

Nel gioco di alternanze si sono avvicendati il repubblicano George H. W. Bush (periodo 1989-93), poi il democratico Bill Clinton (1993-2001), il repubblicano George W. Bush (2001-09), il democratico Barack Obama (2009-17) ed infine il repubblicano Donald Trump (2017-21). La scadenza di ogni mandato e l’istituzionale scambio di consegne avviene nella data consueta del 20 gennaio.

Ebbene, durante i rispettivi insediamenti è stato realizzato +55% (Bush senior), +201% (Clinton), -36% (Bush junior), +181% (Obama), +57% (Trump). Qualcuno è stato più fortunato di altri a trovarsi in contesti favorevoli a prescindere dalla propria azione di governo; ad ogni modo, l’indice dei mercati si sviluppava in dinamiche autonome e indipendenti dal leader a stelle e strisce in carica.

Elezioni Presidenziali USA e Borsa: Scommettere su un’”onda blu”

Il Presidential Predictor corrisponde alle previsioni di Wall Street. Gli analisti di Goldman Sachs prevedono una “onda blu”, in cui i Democratici riprenderanno la Casa Bianca e il Senato e manterranno il controllo della Camera dei Rappresentanti. Goldman ritiene che potrebbe essere un risultato positivo per i mercati.

“Una simile ondata blu ci indurrebbe probabilmente ad aggiornare le nostre previsioni”, 

ha scritto il mese scorso in un rapporto Jan Hatzius, capo economista di Goldman Sachs.

Goldman Sachs ha scritto che un’onda blu “aumenterebbe drasticamente la probabilità” di un pacchetto di stimoli fiscali di almeno $ 2 trilioni poco dopo l’inaugurazione del 20 gennaio. L’azienda ha anche citato i piani di spesa a lungo termine di Biden per infrastrutture, clima, sanità e istruzione.

Nel complesso, questa spesa “corrisponderebbe almeno ai probabili aumenti fiscali a lungo termine sulle società e ai guadagni superiori”, 

ha scritto Goldman Sachs.

Gli strateghi di JPMorgan guidati da Dubravko Lakos-Bujas hanno osservato a luglio: “L’opinione comune è che una vittoria democratica a novembre avrà un impatto negativo sul mercato azionario. Tuttavia, riteniamo che questo risultato sia neutro a leggermente positivo.

Il presidente Donald Trump ha ripetutamente predetto che i democratici decimano l’economia americana e il mercato azionario si sgretolerebbe se vincesse a novembre.

Ma Moody’s Analytics ha scoperto che le proposte economiche di Biden, se adottate, creerebbero 7,4 milioni di posti di lavoro in più rispetto a quelle di Trump. L’economia tornerà alla piena occupazione nella seconda metà del 2022, quasi due anni prima rispetto al piano di Trump, ha predetto Moody’s.

Un sondaggio condotto dalla Yale School of Management alla fine di settembre ha rilevato che il 77% dei partecipanti avrebbe votato per Biden. Più del 60% prevedeva che avrebbe vinto. 

Un sondaggio UBS condotto a metà ottobre su 500 imprenditori e 1.000 investitori ha rilevato che il 55% degli imprenditori voleva che Trump vincesse, mentre il 51% degli investitori sostiene Biden.

In questo caso ci sentiamo di concludere ritornando a vecchie memorie machiavelliche; le virtù di un “principe” risiedono nella capacità di decidere tempestivamente ed in maniera risoluta in base alle date/mutevoli circostanze esterne, non lasciandosi travolgere dagli eventi ma traducendoli a favore proprio e della collettività.

TAG: democratici, repubblicani, USA
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