E’ una vicenda avvolta nelle incongruenze quella che ha coinvolto il Casinò di Saint Vincent, e per le sorti di circa 450 dipendenti e 350 aziende si apre un triste futuro. Incongruenze che prendono forma grazie sopratutto alla mancata revisione di determinanti dettagli che, come già pubblicato negli articoli precedenti, mostrano l’incapacità delle verifiche.
Ed è proprio da questi mancati controlli che i dati precisi e inconfutabili non coincidono con i dati pubblicati dall’Amministratore Unico del Casinò Filippo Rolando. Dati che destano innumerevoli perplessità sull’onorabilità di un organo di alto profilo amministrativo.
Quello che balza subito alla cronaca riguardano i redditi dall’AU Rolando nell’ultimo triennio. Prima dell’anno 2019 sembra che non abbia mai dichiarato nulla, almeno in Italia, dato che nel riquadro relativo al modello della dichiarazione risulta barrata l’opzione “prima presentazione”, di conseguenza quella visibile dovrebbe essere la prima dichiarazione che il Rolando presenta in Italia.
Infatti, nell’apposita sezione relativa ai possedimenti esteri, invece, si nota che nomina la Solisyum, società mai nominata in tutti i suoi curriculum, per la quale indica una disposizione di monitoraggio di 88.500 euro, probabilmente relativa al capitale sociale la quale in dichiarazione indica di detenere il 100% delle quote, mentre da autocertificazione indica di possederne unicamente l’80%), con due conti correnti in Svizzera.
Quindi se Rolando ha cominciato a dichiarare in Italia solo dopo essere stato nominato Amministratore Unico del Casinò e non essendoci traccia di altre dichiarazioni dei redditi, di cosa si occupava prima? Tra l’altro non si spiega come sia stato possibile nominarlo AU senza valutare la sua idoneità.
E’ complicato non farsi delle domanda sulle reali motivazioni che hanno spinto l’amministrazione valdostana collocare al timone di una partecipata un profilo, a questo punto, ambiguo. Nomina, tra l’altro, senza l’ausilio di un bando pubblico o di una selezione accurata.
Ma c’è un’altro dato abbastanza emblematico che l’organo regionale dovrebbe dar conto, ovvero la situazione del conto corrente aperto a Milano presso la sede della direzione generale di Deutsche Bank, Piazza del Calendario 3. Conto corrente aperto nel novembre 2018 subito dopo l’insediamento dell’AU Rolando, di cui non si comprendono le necessità di aprirlo a Milano nonostante il Casinò non abbia nessuna sede operativa in Lombardia: perché? Visto che la legge interbancaria indica che è possibile aprire i conti correnti unicamente per le aziende che hanno la sede legale oppure unità operative.
Sono posizioni che la Regione della Valle d’Aosta ha l’onere di dar conto nel rispetto della trasparenza. Ma c’è un’altro aspetto da non sottovalutare e che merita risposte imminenti: chi dovrebbe risarcire la stessa Regione del fallimento del Casinò di Saint Vincent? Probabile che per l’ennesima volta lo spettro della Corte dei Conti di Aosta, a questo punto, aleggi sulle teste della politica valdostana che tace aspettando le nuove elezioni.