L’avanguardia della connettività mobile, il 5G, è già operativo su 24 mercati in tutto il mondo. La quinta generazione di rete mobile è in grado di offrire una velocità fino a 100 superiore al 4G e una latenza di pochi millisecondi. Quali sono le meraviglie associate al 5G? Per citarne alcune: lo sviluppo della connettività dei dispositivi (“Internet delle cose”); guida automatizzata, chirurgia a distanza, fabbriche intelligenti, reti intelligenti, sistemi di trasporto intelligenti; e robotica e automazione cloud, che semplifica i processi ed elimina gli errori umani.
Dopo il lancio delle offerte commerciali di 5G nelle principali città italiane nel 2019, gli operatori hanno annunciato piani per una rapida espansione della copertura nel corso del 2020. Una notizia che non è stata accolta favorevolmente all’unanimità. Secondo Alleanzaitalianastop5g.it un’organizzazione trasversale della società civile che denuncia da tempo “il lato oscuro” della nuova tecnologia, oltre 200 Comuni italiani hanno detto chiaro e tondo “no” al 5G.
L’Italia non è l’unico Paese che ha dato voce alla protesta per i possibili danni alla salute legati alle frequenze elettromagnetiche del 5G. In Svizzera – uno dei leader europei nella diffusione della tecnologia mobile 5G – il 25 gennaio di quest’anno migliaia di persone hanno manifestato in 16 città, tra cui Berna, Zurigo e di fronte all’edificio delle Nazioni Unite a Ginevra, per protestare contro la diffusione del 5G. E come i 200 comuni italiani, alcuni cantoni svizzeri (Ginevra, Vaud, Friburgo, Neuchâtel, Giura e Zug) ne hanno sospeso l’uso.
Le proteste fanno parte di “Stop5Ginternational“,un gruppo nato spontaneamente nella società civile, che invita a “ribellarsi alla minaccia della tecnologia wireless 5G per la salute pubblica, l’ambiente e la nostra privacy”.
Il 25 aprile, Stop5Ginternational ha lanciato una protesta online per sensibilizzare, esprimere dissenso e chiedere iniziative per fermare il dispiegamento del 5G sulla Terra e nello Spazio. Il prossimo Global Protest Day, che prenderà la forma di un’escursione in bicicletta nei boschi, è fissato per il 6 giugno.
Manifestazioni anti-5G hanno avuto luogo in tutto il mondo e in alcuni casi si sono trasformate in atti di vandalismo. Ventidue antenne di telefonia mobile 5G sono state distrutte nel Regno Unito a metà aprile, durante il fine settimana di Pasqua.
Cosa sta alimentando questa paura del 5G, che può sfociare addirittura in attacchi neo-luddisti?
La diffusione irregolare del coronavirus, raggruppato in diverse “tasche calde”, ha suscitato il timore di una possibile associazione 5G-COVID-19. Il virus si è sviluppato in Cina, nella città “smart” di Wuhan, dove tra ottobre 2019 (in occasione dei “Giochi militari mondiali”) e la fine dell’anno sono state attivate circa 10.000 stazioni base 5G. In tre mesi, Wuhan è diventata la città pilota 5G “più calda” del pianeta.
Il possibile legame tra 5G e Coronavirus è stato immediatamente bollato come una “fake news“. E il 6 aprile, Facebook e altri social media hanno annunciato “iniziative aggressive” per rimuovere notizie fuorvianti o considerate disinformazione sul coronavirus.
Il ritornello dei media mainstream sulle fake news ormai non fa più notizia, così come le tristi iniziative di oscuramento e censura in atto sui social media. Resta il fatto che, anche al netto delle insinuazioni di un ipotetico legame tra Coronavirus e 5G, gli scienziati hanno costantemente messo in guardia sui rischi per la salute e per l’ambiente legati all’introduzione del 5G.
Christian Oesch è amministratore delegato di Lepitus Enterprises AG, vicepresidente di Schweizerischer Verein W.I.R., un’organizzazione senza fini di lucro, e co-fondatore della piattaforma di soluzioni contro l’elettrosmog www.VIVIPRO.ch. Nel 2019, ha lanciato con successo la petizione “Stop 5G” in Svizzera, che ha chiuso con quasi 40.000 firmatari.
Christian ha dedicato vent’anni della sua carriera alla ricerca di soluzioni contro l’elettrosmog. Insieme al Dott. Siegfried Kiontke, autore di “Tatort Zelle” (“Il luogo del delitto di una cellula”), ha appena lanciato VIVIPRO. Questa piattaforma, destinata agli operatori sanitari e ai loro clienti, offre soluzioni mirate a migliorare le radiazioni ionizzanti naturali, rafforzare l’organismo e aumentare la resistenza all’elettrosmog (radiazioni artificiali dannose a radiofrequenza, RF, e a frequenze elettromagnetiche, EMF).
La sperimentazione legata a queste soluzioni ha dimostrato un principio di base nella tecnologia VIVIPRO: l’utilità e la riuscita delle frequenze nell’area delle onde di Schumann e delle radiazioni ambientali naturali per la promozione della salute.
“Ogni cellula funziona secondo la propria frequenza” – spiega Christian. “Le frequenze ambientali naturali (derivate dal sole, dalla ionosfera e dalla Terra stessa), fanno molto bene al sistema immunitario. Non sono invece salutari per il corpo e i suoi campi energetici le radiazioni troppo forti, o non sufficientemente differenziate. Le frequenze artificiali del 2G, 3G, 4G e soprattutto ora il nuovo 5G con onde millimetriche, espongono ad un aumento del rischio per la salute, con impatti negativi sul sistema immunitario, aumento del rischio di cancro, stress cellulare, danni al DNA, radicali liberi dannosi, danni genetici, cambiamenti strutturali del sistema riproduttivo, deficit di apprendimento e di memoria e disturbi neurologici ”.
I 18 programmi di e-ReliefMobil® sono finalizzati ad equilibrare e sostenere i campi energetici delle diverse aree del corpo. Non sono trattamenti medici convenzionali, ma danno risultati valutati dagli utenti “significativi” o “altamente significativi”.
“La maggior parte dei politici e perfino professionisti del settore non sono informati sui rischi per la salute umana e l’ambiente derivanti dalle radiazioni RF e EMF”, osserva Christian. “Invece di perseguire l’unico obiettivo del guadagno, tra procedure disoneste, protocolli manipolati e valutazioni contrastanti, gli studi e le valutazioni sui rischi per la salute derivanti dalle radiazioni incluse nel 5G dovrebbero essere portate avanti solo da esperti indipendenti, liberi da conflitti d’interesse”.
Christian non si arrende, anzi la sua battaglia è appena cominciata. Dopo la petizione “Stop 5G” del 2019, a gennaio 2020 insieme a Stephan Seiler, ha avviato Schweizerischer Verein W.I.R, una società no profit per avviare possibili azioni legali contro il governo e l’industria nel 5G in Svizzera. “Siamo in attesa di un’opinione legale che evidenzi le leggi penali che i trasgressori violano imponendo la tecnologia 5G”. Sempre a gennaio, insieme al Dott. Lennart Hardell, oncologo e professore presso l’Orebro University Hospital in Svezia, Christian ha inviato un parere medico legale sul 5G al Consiglio Federale Svizzero e a tutti i direttori dei dipartimenti governativi. Questo parere è stato co-firmato da 22 scienziati in tutto il mondo.
Altre battaglie di una guerra che sarà difficile vincere. Christian ne è consapevole: “Il Pentagono sta forzando le tecnologie del 5G attraverso i governi occidentali. Devono essere in grado di distribuire tecnologia e dispositivi di informazione basati sul 5G, nella speranza di mantenere il predominio militare mondiale di fronte alla crescente minaccia proveniente dalla Cina, che ha già un vantaggio con il discutibile lancio dell’hardware 5G in Europa e altrove”.
Che possiamo fare per proteggerci?
“Dobbiamo rafforzare il nostro sistema immunitario e incaricare i nostri governi di applicare le fibre ottiche ove possibile. Dovremmo ridurre al minimo il wireless (WIFI) a casa, nelle università, nelle scuole, negli asili, nei luoghi di lavoro anche negli impianti di produzione. Dobbiamo essere molto più intelligenti nel modo in cui installiamo le nostre infrastrutture a lungo termine, in modo da ridurre l’esposizione dall’esterno, quando gli alberi 5G inviano queste frequenze pericolose per la salute all’interno, attraverso gli edifici ”.
Ad oggi, 353 scienziati e medici hanno firmato un appello per chiedere all’Unione Europea di interrompere il lancio del 5G, per i potenziali gravi effetti sulla salute. Inoltre, 253 scienziati di 44 paesi hanno firmato un appello (https://www.emfscientist.org/index.php/emf-scientist-appeal) invitando le Nazioni Unite, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Programma ambientale delle Nazioni Unite e tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite ad una maggiore protezione della salute dall’esposizione ai campi elettromagnetici.