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Italia e Cina vicine nel dolore: dimenticheremo o ricorderemo?

| 18 Marzo 2020 | ATTUALITÀ

Individuo e individui

“E’ quando ti trovi nei momenti difficili che realizzi chi veramente ti vuole bene”. Quante volte abbiamo sentito una frase del genere? Innumerevoli, senza dubbio.

E se parole simili solitamente vengono usate in contesti individuali, in riferimento cioè alle difficoltà che ognuno di noi affronta nel cammino della propria esistenza, questo non toglie che tale considerazione possa ritenersi valida anche in ambiti per estensione più ampi, che riguardano quindi non soltanto le crisi del singolo ma anche le sofferenze e i dolori di un’intera collettività.
Sostituendo il termine “singolo”, “individuo” con il termine “paese” o “popolo” ci accorgiamo infatti che lo stesso discorso può essere mantenuto in entrambi i casi senza perdere di significato.

Il ragionamento è qui riassunto in tre semplici passaggi:
a) un paese è in difficoltà ed un altro gli porge una mano in segno di aiuto;
b) il paese soccorso comprende ed ammira il gesto di solidarietà;
c) tra le due parti si stringe o si consolida un legame d’intenso sentimento.

Tenersi per mano

I paesi di cui stiamo parlando nel caso in analisi sono l’Italia e la Cina nell’attuale momento storico.
L’Italia sta soffrendo, è colpita da un virus che ogni giorno causa un gran numero di morti e il suo popolo è costretto ad una quarantena forzata; è in evidente difficoltà, i contagi non diminuiscono e la soluzione al problema non è ancora vicina.

La Cina invece ha vissuto la stessa situazione ma qualche tempo prima, e, sebbene il coronavirus continui ad aggredirla, possiamo dire che ha da poco superato il momento peggiore, che da noi deve ancora arrivare.

In questo clima, per empatia e fratellanza, decide quindi di aiutare un’Italia che riversa in un manifesto stato di dolore. Così, giorno dopo giorno invia mascherine, disinfettanti e aiuti di ogni tipo nel nostro instabile territorio. Ed infine spedisce in Italia alcuni suoi medici affinchè portino la loro esperienza nei nostri ospedali, nella speranza che certi errori non vengano più commessi e che una via d’uscita possa essere trovata nel migliore dei modi. Un gesto bellissimo che dovremmo considerare con solerte coscienza.

Che cosa per il futuro?

A partire da questo aiuto ricevuto da un paese ma prima di tutto da un popolo (perchè è impensabile trascurare l’appoggio che ci stanno fornendo anche i cinesi residenti nel nostro paese), l’Italia potrebbe avere l’occasione di concentrarsi su due cose di gran valore.

Una riguarda il presente, che tiene in sè la difficoltà e la crisi del momento, mentre l’altra è rivolta al futuro, che un giorno rappresenterà la liberazione e il superamento della difficoltà.

Una è lo sguardo, la capacità di osservare. L’Italia deve guardare con attenzione al sostegno che sta avendo in dono e poi rendersene conto, capacitarsene, iniziare a conservarlo nella memoria e a difenderlo.
Una, infine, è il ricordo. Nel futuro, quando tutto sarà finito, non dovrà mai dimenticarsi di questa bella Cina che, nonostante i problemi ancora irrisolti a causa del comune sconforto, ha saputo soccorrerci e prendersi cura di noi italiani per un po’ di tempo.

Dimenticheremo un simile aiuto o saremo in grado di ricordarcene?

TAG: Cina, coronavirus, Italia
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