Il numero di casi di contaminazione con il nuovo coronavirus è rimasto stabile in Italia, che sta cercando di arginare il contagio grazie a un cordone sanitario istituito intorno a undici comuni del Nord considerati il centro dell’epidemia. L’improvviso scoppio dei casi, passando da 6 a 229 in quattro giorni, ha reso l’Italia il paese più colpito in Europa e il terzo al mondo dopo Corea del Sud e Cina.
L’annuncio di tre nuovi decessi in Lombardia ha aumentato il bilancio delle vittime a sette morti, tutti avvenuti nel Nord del Paese: cinque in Lombardia e uno in Veneto. In ogni caso, erano persone già affette da altre patologie. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che sta inviando una squadra in Italia, ha dichiarato che il mondo dovrebbe prepararsi per una “possibile pandemia”.
Ma il capo della Protezione civile Angelo Borrelli è stato più rassicurante. “Le cifre registrate in Italia e nel resto del mondo sono limitate a quantità ragionevoli e al momento non sono suscettibili di cambiare la tipologia, vale a dire di passare da un’epidemia a una pandemia”. Borrelli afferma che in Italia non esistono “altre case” se non quelle identificate finora in Lombardia e Veneto. Un totale di 172 casi sono conteggiati in Lombardia e 33 in Veneto.
L’Italia sta organizzando un incontro dei ministri della sanità europei dei paesi che confinano con la penisola per determinare “linee d’azione comuni” di fronte all’epidemia. Saranno rappresentati Francia, Svizzera, Austria, Slovenia, Croazia, che ha un confine marittimo con Italia, Germania, Austria vicina e Unione Europea.
Il paziente numero 1 per la Lombardia è un uomo di 38 anni, ma l’origine della sua contaminazione rimane un mistero, con l’ammissione del Ministero della Salute, e la ricerca del “paziente zero” mobilita il sistema sanitario italiano. Lunedì è stato aperto un tracciato che potrebbe spiegare le contaminazioni verificatesi in Lombardia e Veneto, che da sole registrano in totale 194 dei 219 casi italiani.
Un contadino di 60 anni di Albettone in Veneto ha chiamato la farmacia di Vo ‘Euganeo, a 15 km di distanza, lamentando sintomi di influenza, secondo il sindaco di Vo’. L’uomo che frequentava i bar di questo piccolo centro aveva recentemente visitato la regione di Lodi, a sud di Milano e in particolare Codogno, considerato il centro dell’epidemia in Lombardia.
L’Italia ha moltiplicato da venerdì le misure precauzionali, incluso il semi-contenimento di circa 52.000 abitanti di una dozzina di città del Nord (dieci nei dintorni di Codogno): i luoghi pubblici sono chiusi, tranne i supermercati e le farmacie su chiamata. Per precauzione, tutte le escursioni scolastiche sono sospese all’interno e all’esterno della penisola, così come le attività legate alle attività Erasmus (programma europeo di scambio di studenti).
La progressione del coronavirus ha anche portato diverse federazioni sportive italiane a interrompere la programmazione di numerose partite. Questa crisi sanitaria ha anche causato il crollo della Borsa di Milano, la capitale economica del paese, che ha chiuso con un balzo del 5,43%.
Inoltre, una sessantina di passeggeri provenienti dalla Lombardia e dal Veneto che viaggiavano su un aereo della compagnia italiana Alitalia non potevano atterrare alle Mauritius e hanno dovuto dirottare per il rientro.
In Lombardia, scuole, università, ma anche musei e teatri, tra cui la prestigiosa Scala di Milano e la cattedrale gotica, simbolo della città, sono chiusi. Uno su due cinema italiani è chiuso, una cifra che tiene conto degli stabilimenti in tutte le regioni interessate.
Alcuni negozi a Milano sono già stati derubati e il sindaco della città Beppe Sala ha chiamato i suoi concittadini a ragionare: “piuttosto che correre nei supermercati per prendere cibo, dovremmo prenderci cura dei più deboli, specialmente degli anziani che sono maggiormente a rischio”.
In Liguria, la celebrazione delle messe è stata interrotta. Rimangono in programma solo funerali e matrimoni, ma in piccoli gruppi. Il Veneto ha interrotto domenica sera i festeggiamenti del carnevale di Venezia – che doveva concludersi martedì – nonché eventi sportivi e la chiusura di scuole e musei. Ma bar e ristoranti rimangono aperti.
Altre tre regioni sono interessate: Emilia-Romagna, Piemonte e Trentino-Alto Adige. La Fiera del libro per bambini di Bologna, la più grande fiera del suo genere in Europa, in programma dal 30 marzo al 2 aprile, ha annunciato che sposterà la sua apertura dal 4 al 7 maggio a causa dell’epidemia.
Sono stati registrati ritardi significativi nei treni da Milano a Roma. Il Lazio non è stato registrato nessun caso di epidemia – a parte tre casi importati dalla Cina in via di recupero – si stanno preparando a istituire misure di informazione e igiene, in particolare prevedendo una migliore disinfezione dei trasporti pubblici.