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“Lo Spirito del Tempo” di Edgar Morin. Un libro per comprendere la cultura di massa Parte seconda

| 6 Gennaio 2020 | CULTURA

La seconda parte del libro, che si intitola “Una mitologia moderna”, è invece dedicata in maniera approfondita agli elementi e ai contenuti che caratterizzano la cultura di massa più nello specifico. Qui il link alla prima parte: “Lo Spirito del Tempo” di Edgar Morin. Un libro per comprendere la cultura di massa. Parte prima

La giovinezza

Uno dei temi che si è imposto con maggior successo, ad esempio, è senza alcun dubbio il tema della giovinezza.
La giovinezza, in particolar modo nel riferimento alla fase adolescenziale, è infatti il momento della vita dove avviene con maggiore intensità la ricerca di se stessi e dove si condensano tutte insieme le verità che andranno poi smarrite lungo il cammino dell’uomo verso l’età adulta ed il mondo borghese; è inoltre il momento di massima contestazione dei sistemi e delle istituzioni, in cui sentimenti come la ribellione ed il rifiuto delle convenzioni giocano un ruolo importantissimo.

Il rock’n’roll, più di ogni altro fenomeno musicale, ha saputo raccogliere intorno alle sue icone e alle sue melodie milioni di giovani in tutto il mondo, facendo da colonna sonora a contestazioni e proteste che sono sfociate ben oltre il semplice ambito artistico o musicale.

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Figure come quella di James Dean (1931-1955), primo grande eroe dell’adolescenza, hanno saputo rispondere alla perfezione al bisogno di avventura e di ribellione fine a se stessa che i giovani iniziavano ad avvertire dentro di sé e a richiedere alla cultura. Non solo l’attore americano originario di Marion ha incarnato nella concretezza della vita reale il concetto di “gioventù bruciata”, ma è anche riuscito ad essere un’icona di stile non indifferente: bello, seducente e pieno di fascino ha imposto nella cultura di massa un nuovo modo di essere, che si collegava senza nessuna difficoltà anche ad altre tematiche che cominciavano negli anni a farsi sempre più chiare.

Giovinezza è infatti sinonimo di bellezza, spensieratezza ed immediatezza, è sinonimo di “immagine” e benessere, amore e seduzione, è voglia di provare sensazioni e desiderio di avventura, in contrapposizione al mondo adulto e della vecchiaia, che invece appare fermo, rigido, stanco e destinatio ad essere respinto.

Erotismo, sex-appeal e valori femminili

La pubblicità, in questo senso, insieme ovviamente al grande cinema, si è saputa muovere in agevolezza, facendo leva proprio su questi elementi per invitare le masse al consumo di prodotti e servizi di qualsiasi tipo. Creme per rimanere giovani, attività o passatempi per ottenere fisici scolpiti e prestanti, promozione di valori che riguardano il benessere e la salute sono diffusi costantemente dal settore pubblicitario con l’obiettivo di creare la convinzione, nel consumatore, che, una volta assunti o incorporati, questi prodotti o servizi possano aiutare nella vita reale ad essere più sicuri, più seducenti e più belli, in poche parole più simili all’immagine ideale della giovinezza.

Nella cultura di massa irrompe con grande forza l’erotismo, il sex appeal. “Non solo i film, i comics, le riviste e gli spettacoli sono sempre più conditi di immagini erotiche, ma, quotidianamente”, scrive Morin, “si vedono gambe nude, seni prosperosi, capelli bagnati, labbra socchiuse che ci invitano a consumare sigarette, dentifrici, saponi, bevande gassate, tutta una serie di prodotti il cui scopo non è propriamente l’erotismo”. È come se questa nuova forma di cultura avesse svelato un erotismo fino ad allora latente, che è in grado di stimolare i consumi da parte sia di uomini che di donne, ma anche, e soprattutto, di conferire, agli occhi delle donne, “qualità estetiche al prodotto che compreranno, scatenando nella potenziale cliente la magia di identificazione seduttrice”.

E infatti la promozione dei valori femminili, e cioè della femminilità, occupa all’interno della cultura di massa uno spazio molto rilevante. Tale promozione riguarda sia il mondo esteriore (trucchi, cosmesi, bellezza, salute, moda e abbigliamento), sia il mondo della vita pratica (con consigli legati a ricette, casa, gestione della famiglia e benessere), sia il mondo più propriamente interiore (seduzione ed amore).

L’immagine della donna generata dalla cultura di massa è dunque l’immagine di una donna di casa ma al tempo stesso seduttrice e dotata di un’alta carica erotica, spinta nelle sue azioni da una grande sensualità e da una forte propensione verso l’amore, sia fisico che spirituale.

L’amore

L’amore è infatti, strettamente collegato al tema felicità, il grande archetipo della cultura di massa. È sempre giustificato e sempre trionfale.
In particolar modo a partire dagli anni ’30, grazie all’happy end che nella produzione cinematografica diventa un modello fisso, l’amore è ciò che vince sopra ogni cosa, ciò che supera ogni barriera ed ogni ostacolo della vita per dare un dolce sapore all’esistenza.

E con il tema dell’amore, infatti, che il cinema può esercitare la sua massima influenza, stabilendo una fortissima connessione tra immaginario e reale. Attraverso alcuni modelli cinematografici, infatti, processi di identificazione possono sfociare in mimetismi pratici, in imitazione nella vita reale.

I divi

E chi incarna al meglio la quasi totalità degli elementi contenuti in questo elenco di qualità della nuova “mitologia moderna”?

Senza alcun dubbio i grandi divi della vita mass mediatica, che non sono soltanto le star del cinema (che derivano il loro divismo dall’immaginario, cioè dai ruoli che hanno interpretato nei film), ma anche i campioni dello sport, i politici di rilievo, i personaggi dell’alta aristocrazia e gli artisti famosi, che derivano il loro divismo dalle loro imprese o dall’appartenenza a particolari condizioni di esistenza.

In predendenza le star erano interamente divizzate, ovvero avvolte in un alone di mistero sacro che le rendeva completamente irraggiungibili.
La nuova tendenza, invece, è quella che ha condotto questi personaggi verso un’umanizzazione sempre più a contatto con la quotidianità delle persone comuni. Sono infatti descritti non più soltanto i loro aspetti eccezionali e sovrumani, ma anche le loro angosce ed i sentimenti più normali, in una comunicazione continua con il resto dell’umanità.
Ad esempio, in un articolo di cronaca, di una regina potranno essere raccontati, oltre alle sue abitudini di regina, anche i sussulti e le angosce che condividono tutte le donne.

I nuovi divi sono dunque collocati tra immaginario e reale, tra mondo divino e mondo umano e, nella loro duplice natura (ordinaria e straordinaria), permettono il contatto costante tra proiezione ed identificazione, e cioè tra ciò che rimane un trasferimento psichico senza ricadute nella vita di tutti i giorni e l’imitazione e l’attuazione di specifici modelli proposti.

Proiezione e identificazione come linee guida

Ancora una volta, dunque, per comprendere la cultura di massa dobbiamo muoverci tenendo conto dell’importante funzione che esercitano i concetti chiave di proiezione e di identificazione.

In seno a questa cultura, i temi “maschili” (avventura, rischio, aggressione, violenza, criminalità, che i film in particolare propongono in maniera attraente ed accattivante) sono proiettivi, mentre quelli “femminili” (amore, casa, comodità), sono identificativi.

Più nel dettaglio, però, è possibile vedere come i temi giovanili-avventurosi-violenti possano rappresentare un’evasione proiettiva per gli adulti e al contempo un’ identificazione mimetica per molti giovani, che in alcune proposte possono trovare un modello da imitare e porre in atto.

E così la felicità stessa, per analizzare un ultimo esempio, si può dividere in felicità proiettiva e felicità identificativa.
La felicità proiettiva è la felicità d’azione di una vita piena di avventure od avvenimenti ed è molto lontana dall’esistenza della maggior parte della popolazione. È un tipo di felicità che si può trovare nei film e in altri prodotti della cultura di massa, come i romanzi o i fumetti, e rappresenta una forma di evasione da una vita grigia e monotona e senza possibilità di azione creatrice.
La felicità identificativa, invece, può essere vissuta con relativa semplicità anche dalle persone normali ed è la sicurezza di una famiglia serena e di una vita sana e piena di confort, in casa, nel lavoro, nelle vacanze e nel tempo libero.

TAG: cultura di massa, Edgar Morin, Lo Spirito del Tempo, massculture
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