
Un vero e proprio bollettino di guerra; i soldati però non indossano casco o tuta mimetica, ma molto spesso la camicia celeste a maniche corte e il logo dell’azienda di trasporti per la quale lavorano.
Le battaglie sono quelle che sono costretti a vivere quotidianamente ormai gli autisti: Cotral o Atac, aziende pubbliche o private non fa differenza, tutti sono costretti a vivere questo rischio quotidiano. Le notizie di cronaca degli ultimi giorni destano sicuramente più di qualche preoccupazione.
Lo scorso luglio, solo per citare alcuni esempi, sulla linea Fiuggi-Alatri un controllore ha riportato una costola incrinata e sette giorni di prognosi in seguito all’aggressione da parte di un giovane richiedente asilo privo di valido titolo di viaggio. Qualche giorno fa un autista di un mezzo diretto a Bracciano è stato picchiato perché si era rifiutato di consegnare soldi ad un tossicodipendente. Una vera e propria escalation di violenza e di emulazione quella determinata negli ultimi giorni.
A Roma una baby gang di 8 ragazzi ha picchiato selvaggiamente un autista; in via Nino Taranto ad Acilia, al capolinea della linea 013, due giovani sono saliti a bordo insultando prima e poi malmenando il conducente, innervositi dal ritardo del mezzo. Per tanti episodi che balzano agli onori delle cronache ce ne sono tanti che vengono confinati nell’oblio della “quasi normalità”.
Una situazione però non più sostenibile, questo il commento generalizzato delle organizzazioni sindacali che hanno proclamato uno sciopero regionale dei servizi di trasporto pubblico di linea per giovedì 26 settembre 2019, ai sensi dell’ art 2 comma 7 legge 146/90.
Due ore con le braccia incrociate, dalle ore 10.00 alle 12.00 con la speranza che vi sia una più profonda sensibilizzazione su questo tema. La campagna informativa e i cartelli ben affissi sui mezzi con tanto di minaccia di sanzioni penali sembrano già (purtroppo!) aver esaurito il loro effetto deterrente.