Nessun rispetto per la salute dei cittadini davanti al denaro. Una giuria della California del Nord ha condannato Bayer a pagare più di 2 miliardi di dollari a una coppia che afferma di aver ricevuto una diagnosi di cancro dopo aver utilizzato per anni l’erbicida a base di glifosato Roundup, prodotto dalla Monsanto, azienda che Bayer ha acquisito l’anno scorso per 63 miliardi di dollari. Il tribunale superiore di Oakland ha dichiarato che l’azienda non ha adeguatamente avvisato sul rischio di cancro correlato all’uso del prodotto.
Ai querelanti, Alva e Alberta Pilliod, che hanno contratto il linfoma non Hodgkin, andrà un risarcimento rispettivamente di 1,37 e 1,18 miliardi di dollari. Bayer ha sottolineato in una nota la sua delusione per la sentenza, e ha annunciato di voler fare ricorso contro una decisione che “si scontra direttamente” con l’affermazione dell’Agenzia per la protezione ambientale, secondo cui “non ci sono rischi per la salute pubblica dagli attuali usi registrati del glifosato”.
Si tratta della terza azione legale che la compagnia perde in relazione all’uso di Roundup. Bayer è già stata infatti condannata a pagare 159 milioni di dollari di danni nei primi due casi, contro cui l’azienda farà sempre appello. E secondo la Cnbc, ci sono altre 13.400 cause legali contro Bayer in corso negli Stati Uniti. Il Glifosato, e’ il diserbante più usato al mondo, in agricoltura, nel giardinaggio e per la manutenzione del verde. Già nel 2015, lo IARC, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, che fa parte dall’Oms, lo ha inserito nella lista delle sostanze “probabilmente cancerogene” (gruppo 2A).
È stato introdotto sul mercato nel 1974, ed è oggi l’erbicida più utilizzato al mondo: dalla sua introduzione ne sono state spruzzate sui campi quasi 9 milioni e mezzo di tonnellate. In Italia è vietata la coltivazione di piante geneticamente modificate, ma il glifosato è comunque molto usato sia sulle colture arboree ed erbacee sia in aree che non sono destinate all’agricoltura. È uno dei prodotti fitosanitari più venduti a livello nazionale.
Il monitoraggio delle presenza del glifosato nelle acque al momento è effettuato solo in Lombardia, dove la sostanza è presente nel 31,8 per cento dei punti di osservazione delle acque superficiali, e il suo metabolita (Ampa) nel 56,6 per cento dei casi. Il glifosato e l’Ampa sono tra le sostanze che più determinano il superamento degli standard di qualità ambientale (Sqa) nelle acque superficiali: l’Ampa in 155 punti (56,6 per cento del totale), il glifosato in 85 punti (31 per cento del totale).