Abdelaziz Bouteflika è molto debole da quando un infarto lo ha colpito nel 2013. A febbraio sembrava avere ancora intenzione di cercare un quinto mandato, ma così non è stato. Nelle immagini trasmesse in televisione è apparso visibilmente stanco mentre, vestito con una tipica tunica nordafricana e seduto su una sedia a rotelle, ha consegnato la lettera che ha ufficialmente posto fine alla sua Presidenza.
Nato a Oujda, in Marocco, il 2 marzo 1937 da una famiglia di commercianti nell’Algeria occidentale, entrò a far parte del Fronte di liberazione nazionale (FLN) nel 1956. Con un’ottima conoscenza sia dell’arabo che del francese e dotato di un innato istinto politico, venne coinvolto a soli 24 anni in una missione segreta per contattare i leader storici della rivoluzione, imprigionati nella fortezza di Aulnay-sous-Bois.
Questo è stato solo l’inizio per Abdelaziz Bouteflika. Da 20 anni alla presidenza dell’Algeria, è stato definito ‘il più francofilo dei presidenti algerini’. Grande conoscitore della vita politica francese, Bouteflika ha mantenuto stretti legami con la Francia e i suoi leader per oltre 50 anni. “Probabilmente è l’unico capo di Stato ancora in carica che ha negoziato e discusso, durante i vari incarichi da lui ricoperti, con tutti i presidenti della Quinta Repubblica [francese}, dal generale de Gaulle a François Hollande”, hanno detto di lui Christophe Dubois e Marie- Christine Tabet nel libro Paris-Alger, una storia appassionata (Stock, 2015).
L’agenzia ufficiale APS ha pubblicato la lettera di dimissioni. Qui il Presidente spiega che si è fatto da parte allo
scopo di aiutare a calmare i cuori e le menti dei miei compatrioti, per consentire loro di proiettare l’Algeria insieme verso il futuro migliore a cui legittimamente aspirano.
Infatti nel Paese erano in corso dal mese di febbraio frequenti manifestazioni contro la Presidenza di Bouteflika.
Secondo le leggi algerine, sarà il presidente del Consiglio della Nazione – la camera alta del Parlamento – Adelkader Bensalah a subentrare come presidente ad interim per 90 giorni. I poteri del presidente ad interim sono limitati e non potrà indire un referendum, nominare un governo, sciogliere il Congresso nazionale del popolo o richiedere una revisione costituzionale. Non può nominare lo stato di emergenza o, nel più apocalittico degli scenari, dichiarare guerra senza l’approvazione di entrambe le Camere del Parlamento.
Il compito principale del 77enne presidente ad interim sarà quello di indire una nuova elezione presidenziale. Per legge, Adelkader Bensalah non vi si potrà candidare ma il popolo teme elezioni non trasparenti e che egli possa manovrare le fila del governo da dietro le quinte. I manifestanti hanno in particolare preso di mira come ‘possibile presidente del regime’ suo fratello e consigliere anziano, Said.
Nato il 24 Novembre 1941 nella regione di Tlemcen, vicino alla frontiera marocchina, il politico è un simbolo del regime dominato dal già citato Fronte di liberazione nazionale (Fln), al potere in Algeria dopo l’indipendenza nel 1962 e del partito unico fino al 1989.
Da 17 anni nel suo ruolo attuale, ha già rappresentato, in Algeria o all’estero, il presidente Abdelaziz Bouteflika, assente dalla scena pubblica dal 2013.
Ha ricoperto quasi tutti i ruoli politici importanti. E’ stato membro del Parlamento, ambasciatore, alto funzionario ministeriale, senatore e presidente delle due camere del Parlamento ma non è mai diventato ministro. C’è chi lo ha definito un uomo gioviale ma serio nel lavoro, “capace di rendersi utile nel momento giusto”. Il motivo della sua longevità, e versatilità politica, sarebbe però la sua grande discrezione.
Ecco il ritratto dell’uomo che per 90 giorni sarà sotto tutti i riflettori algerini.