L’eventualità di una guerra dei dazi all’ultimo sangue tra Stati Uniti e Cina, che avrebbe avuto effetti nefasti sull’economia e il commercio internazionali, sembra essere scongiurata. Dopo mesi di estenuanti trattative tra le delegazioni competenti, le due più grandi economie mondiali sembrano essere sempre più vicine a firmare un accordo commerciale che potrebbe mettere definitivamente fine alla diatriba iniziata da Donald Trump, già durante la campagna elettorale per le presidenziali 2016, quando accusò la Cina di aver agito irregolarmente per anni in ambito commerciale ai danni degli Stati Uniti, traendo immensi ma illegittimi vantaggi.
A dare l’annuncio degli importanti progressi è lo stesso presidente Trump: “sono lieto di rivelare che abbiamo fatto notevoli progressi nei negoziati per un accordo commerciale con la Cina” scrive in un post su Twitter. ” Dati i risultati di questi negoziati molto produttivi – continua – rinvierò l’aumento dei dazi americani sulle merci cinesi previsto per il 1° marzo. Supponendo che verranno fatti ulteriori progressi, organizzeremo un summit tra me e il presidente Xi Jinping a Mar-a-Lago (la residenza di Trump in Florida, nda) per concludere un accordo”. Trump ha dichiarato che sono stati fatti progressi su “importanti materie strutturali” tra cui la protezione della proprietà intellettuale, l’agricoltura, la tecnologia, la valuta e altre ancora. L’amministrazione americana aveva stabilito di aumentare i dazi dal 10 % al 25 % su 200 miliardi di dollari di merci cinesi se non si fosse giunti a un accordo entro il 1° marzo. Scenario che è stato evitato, almeno per il momento, grazie ai notevoli progressi fatti finora, come riconosciuto dallo stesso presidente Trump.
L’annuncio del presidente americano ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai mercati, in particolare in Cina.
L’indice Shangai Composite (SSEC) della borsa di Shanghai ha fatto registrare un aumento del 5,60 % mentre l’indice CSI 300, scambiato sulle borse di Shanghai e Shenzen, ha fatto un balzo del 5,95 %. Le altre principali borse asiatiche si sono attestate intorno alla parità.
L’anno scorso i mercati cinesi sono stati duramente colpiti dalla guerra dei dazi tra il loro paese e gli Stati Uniti, ma ciò in realtà vale per l’economia cinese in generale. Nel 2018 l’indice SSEC ha perso circa il 24 % del suo valore, la più grave perdita dal 2008, anno dello scoppio della crisi finanziaria, mentre il Pil è aumentato solo del 6,6 %, 0,3 punti percentuali in meno rispetto al 2017. La crescita dell’economia cinese non segnava un aumento così basso dal 1990. Effetti dell’offensiva lanciata dal presidente Trump finalizzata a riequilibrare le relazioni commerciali tra i due paesi e bloccare per quanto possibile la crescita economica di Pechino, che in termini di Pil rischia di superare gli Stati Uniti nel prossimo decennio.
Quando e se Cina e Stati Uniti firmeranno davvero un accordo commerciale non è ancora dato saperlo con precisione.
Indubbiamente le dichiarazioni del presidente Trump, e in particolare la decisione di annullare l’aumento dei dazi previsto nei prossimi giorni, fanno ben sperare che non manchi molto alla stipulazione dell’accordo e che gli ostacoli principali siano stati superati. Compiaciuto dev’essere anche il presidente Xi Jinping, dato che finora la guerra commerciale di Trump ha fatto sentire il suo peso sull’economia cinese, limitandone la crescita come non avveniva da quasi un trentennio. L’auspicio è che nelle prossime settimane Washington e Pechino riescano finalmente a raggiungere un accordo, rimuovendo uno dei principali focolai d’incertezza ed instabilità nell’economia internazionale per il 2019.