Oggi l’Agopuntura è praticata in tutto il mondo ed è scelta come terapia da milioni di persone. Fino a poco tempo fa, messa da parte dalla medicina occidentale, solo adesso, si stanno scoprendo (da noi) le sue potenzialità.
Potrebbe essere una valida alternativa alla terapia ormonale contro i sintomi della menopausa: aiuta a ridurne l’entità in sole cinque settimane, diminuendo le vampate, la sudorazione diurna e notturna, gli sbalzi dell’umore, il senso di fatica e i disturbi del sonno e fisici tipici della menopausa. Lo suggerisce una sperimentazione su 70 donne pubblicata sulla rivista BMJ OPEN e condotta da Kamma Sundgaard Lund, dell’Università di Copenaghen. Gli esperti hanno diviso il campione di donne in due gruppi, uno dei quali si è sottoposto per cinque settimane a una breve seduta settimanale di agopuntura praticata da medici con almeno 14 anni di esperienza nel settore.
Le donne dovevano riportare i propri sintomi sin dalla prima settimana di trattamento e poi periodicamente fino alla 21/ima settimana dalla fine del trattamento. L’80% delle donne trattate ha dichiarato che l’agopuntura le ha aiutate: significative differenze sono state riscontrate dalle donne relativamente ai sintomi più comuni (dalle vampate alla sudorazione eccessiva, dai disturbi del sonno ai problemi di pelle e capelli). “Crediamo che l’intervento con agopuntura sia più rilevante per donne che fanno esperienza di sintomi della menopausa da moderati a gravi – scrivono gli autori -. L’agopuntura è un’opzione realistica contro i sintomi della menopausa per donne che non possono o non desiderano assumere la terapia ormonale sostitutiva”.
Durante il quindicesimo congresso Mondiale della Medicina Tradizionale Cinese organizzato a Roma lo scorso novembre dalla Federazione Mondiale delle Società della Medicina Cinese (WFCMS) (un evento accademico di alto livello, già organizzato in Cina, Francia, Canada, Singapore, Macao, Australia, Olanda, Regno Unito, Malesia, Stati Uniti, Russia, Spagna, Nuova Zelanda e Tailandia), è stato sottolineato come l’agopuntura e la fitoterapia cinese possono essere applicate sinergicamente per il trattamento di patologie molto delicate come i tumori e nelle fasi successive agli ictus, così come in alcune patologie croniche: dall’artrosi alla depressione, fino ai fibromi.
L’agopuntura è senz’altro la branca della Medicina Tradizionale Cinese più nota al pubblico occidentale, anche perché è stata la prima tecnica terapeutica cinese ad essere introdotta in Europa, dapprima nel XVII° secolo grazie a olandesi e portoghesi che intrattenevano relazioni commerciali dirette con l’impero della Cina e successivamente, nel secolo XX°, da medici di origine indocinese. Il termine cinese per agopuntura è “zhen fa”. La stimolazione di punti della superficie corporea per mezzo di strumenti appuntiti a scopo terapeutico è documentata in Cina sin dall’età neolitica.
Sono stati infatti rinvenute pietre appuntite dette “bian zhen” che secondo alcune fonti storiche erano utilizzate proprio per curare le malattie con questa tecnica. Con l’avvento della metallurgia, si fabbricarono i primi aghi metallici e la tecnica divenne più raffinata e cominciò ad essere sistematizzata secondo i principi della Medicina Tradizionale Cinese. Secondo la teoria dei meridiani o canali energetici, il nostro corpo è percorso da vie che conducono e regolano l’energia prodotta e immagazzinata dagli organi e dai visceri, garantendo tutte le funzioni vitali. I meridiani vengono classificati fondamentalmente in principali, secondari e straordinari o curiosi.
I meridiani principali sono dodici e sono in relazione con i sei organi (polmone, rene, fegato, cuore, pericardio, milza) e i sei visceri (intestino crasso, vescica urinaria, vescicola biliare, intestino tenue, triplice riscaldatore, stomaco). Questi meridiani vengono distinti in yang, quelli che portano energia dall’estremità delle mani al capo e da qui ai piedi, e yin quelli che portano l’energia dai piedi al tronco e da qui alle mani. I meridiani secondari sono ramificazioni più superficiali dei meridiani principali che servono a connettere fra loro questi ultimi e a distribuire l’energia e il nutrimento a tutti i tessuti. Il concetto è proprio analogo a quello di una rete di canali ben organizzata. Numerosi studi scientifici, i più recenti dei quali hanno utilizzato tecnologie d’avanguardia quali la tomografia ad emissione di positroni (PET), hanno dimostrato inequivocabilmente che quanto affermato da millenni dai medici cinesi è realtà.