
Dagli ospedali non escono solo brutte notizie. Esiste un grande esercito di medici, infermieri ed addetti ai lavori, che passano la loro vita in trincea, nei reparti fatiscenti a salvare le vite. E’ doveroso raccontare anche questo.
Ha rischiato di morire per la rottura di un aneurisma cerebrale prima di dare alla luce la sua piccola, ma grazie a un intervento complesso e combinato messo in atto dalle equipe mediche dell’ospedale savonese S.Corona ce l’ha fatta: ora sta bene e così la sua bambina. L’intervento risale a un mese fa, ma è stato reso noto solo adesso.La donna, al nono mese di gravidanza, era stata trasferita in gennaio da un altro ospedale ligure nell’ospedale S.Corona in seguito a un’improvvisa emorragia cerebrale dovuta alla rottura di un aneurisma.
Subito è stata messa in moto la complessa macchina che ha coinvolto diverse equipe mediche per affrontare nel migliore dei modi una situazione che poteva essere drammatica. L’equipe, composta da Giampaolo Vigliercio e Angela Crovo di Ginecologia e Ostetricia, ha provveduto a far nascere la piccola con taglio cesareo d’urgenza mentre la madre rischiava di morire per l’emorragia cerebrale. Subito dopo il parto la mamma, sempre in anestesia generale, è stata trasferita nella sala angiografica del Reparto di Neuroradiologia dove i neuroradiologi Stefano Calia e Luca Allegretti sono intervenuti per via endovascolare, attraverso la puntura dell’arteria femorale all’inguine, per chiudere l’aneurisma del cervello utilizzando la tecnica standard del rilascio di ‘spirali al platino’ all’interno della sacca aneurismatica. La donna è stata poi trasferita nel reparto di Rianimazione, e una volta risvegliata è apparsa subito in buone condizioni cliniche e ha potuto abbracciare la sua bambina. Una storia a lieto fine, come quella della Notte di Natale, quando il team di emergenza Ecmo (ossigenazione extracorporea) del Bambino Gesù di Roma era intervenuto all’Ospedale Santobono di Napoli per soccorrere una bambina di sette mesi, con insufficienza respiratoria gravissima.
L’Ospedale romano ha competenza per questo tipo di interventi su tutto il Centro-Sud. Il team, composto da due anestesisti, un cardiochirurgo, due infermieri, un tecnico specializzato e due autisti, è partito da Roma dopo la mezzanotte del 24 dicembre con un’ambulanza speciale e una macchina di supporto per prestare soccorso alla piccola poichè nell’ospedale napoletano non c’è l’Ecmo pediatrica. Alle sei del mattino, dopo che le funzioni vitali della bambina erano state supportate con la circolazione extracorporea (aumentando l’ossigenazione del sangue, riducendo i valori ematici di anidride carbonica, incrementando la gittata cardiaca ed agendo sulla temperatura corporea), il team ha fatto ritorno nella Capitale portando la piccola paziente nel reparto di terapia intensiva del Bambino Gesù.
Dopo aver postato una foto dell’alba di ritorno sull’autostrada, il gruppo fu sommerso di messaggi di ringraziamento sui social anche dai genitori di altri bambini che avevano avuto in passato lo stesso problema ed erano stati salvati grazie all’intervento di soccorso Ecmo. “Siete angeli in terra, siete eroi, grazie per tutto quello che fate”, sono solo alcuni degli apprezzamenti arrivati alla squadra di soccorso.