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Lega-M5S contatto politico sui dissidenti pentastellati

| 30 Gennaio 2019 | POLITICA

Salvarsi dal processo per sequestro di persona non è propriamente un’impresa impossibile per Matteo Salvini che al Senato deve trovare 20 voti per ovviare anche a una clamorosa defezione di massa del M5S. L’emiciclo di palazzo Madama non ha segreti; i 5Stelle contano su 107 voti, Forza Italia con 61 voti e Fratelli d’Italia con 18 si sono già schierati contro l’autorizzazione. In totale 79 voti che sono una buona base di partenza per ovviare a un passo indietro dei pentastellati. A questi vanno aggiunti almeno cinque Senatori del gruppo Misto e del gruppo delle Autonomie, dal profilo nettamente garantista, per i quali, seppur in assenza di un’esplicita presa di posizione, è facile pronosticare un voto contrario alla richiesta del tribunale. Considerati i 58 voti della Lega insieme a Forza Italia, Fratelli d’Italia e ad almeno 5, su 22 voti, del Misto e delle Autonomie, anche senza nessun voto del M5S Salvini può contare su una base di partenza di 142 voti a favore, cioè 20 Senatori in meno della maggioranza assoluta.

Ma il ministro dell’Interno respinge uno scenario di questo tipo. Nei contatti di queste ore con gli alleati di governo la Lega lo ha messo in chiaro: nessuno andrà alla ricerca di questo o quel voto. L’operato di Salvini è riconducibile alla potestà del governo nel suo complesso. Deve essere il gruppo del M5S ad esprimere un orientamento comune contro la circostanza che l’operato del Viminale sia perseguibile penalmente. Non è neppure il caso di chiamare in causa la libertà di coscienza. Ciò tantomeno tra i pentastellati la discussione è apertissima. I governisti, come Toninelli, Giulia Grillo, lo stesso Di Maio, sposano la linea del leader leghista: si è trattato di una decisione collegiale. Tutto il governo deve sentirsi chiamato in causa. Altri fanno notare che sarebbe la prima volta del M5s contro i magistrati. “Salvini avrà modo di dimostrare le sue ragioni nel processo, non contro il processo”, è il ragionamento dell’ala più intransigente del M5S. Ma al quartier generale M5S non sfugge che se il gruppo del Senato dovesse sfilarsi, la natura stessa del governo sarebbe a rischio. Salvini lo ha detto chiaro e tondo. Se l’autorizzazione venisse respinta coi voti decisivi di Forza Italia e di Fratelli d’Italia, ci sarebbe un problema politico grande quanto una casa.

TAG: 5stelle, dissidenti
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