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Zimbabwe: escalation di violenza dopo l’aumento dei prezzi del carburante

| 17 Gennaio 2019 | ESTERI, IL FORMAT

Da circa tre giorni si vive un intenso sciopero generale, la popolazione è scesa in Piazza. Si protesta contro l’aumento sproporzionato del prezzo del carburante deciso dal presidente Emmerson Mnangagwa. Le proteste, che hanno per oggetto anche la crisi economica del Paese, sono state convocate dal Congresso di Sindacati dello Zimbabwe (ZCTU).

In diversi quartieri della capitale la popolazione ha aderito alla convocazione dei Sindacati, bloccando gli accessi stradali e mantenendosi nelle strade di Harare. Successivamente, le proteste si sono intensificate nelle altre regioni del Paese e il Governo ha deciso di rispondere attraverso una dura e cruenta repressione.

A far esplodere la miccia è stato l’annuncio di aumentare il prezzo della benzina da 1.38 a 3.31 dollari al litro e quello del diesel da 1.45 a 3.11 dollari rispettivamente. Nel tentativo di giustificare le misure, i vertici del governo affermano che lo Zimbabwe non conta sulla quantità di dollari americani che servirebbero per sostenere la spesa pubblica. Vale aggiungere che il dollaro americano è la valuta ufficiale del Paese dal 2009, anno della caduta della valuta locale estinta dall’iperinflazione.

Secondo Amnesty International, la cruenta repressione con la quale il governo ha reagito nel tentativo di soffocare le proteste ha provocato un’ulteriore escalation di violenza. Negli ultimi giorni il governo ha bloccato l’accesso ad internet, ha arrestato più di 200 persone e circa 10 persone sono state assassinate in meno di una settimana. Inoltre, la BBC ha denunciato la detenzione arbitraria dell’attivista dell’opposizione Evan Mawarire per “aver incitato alla violenza”.

In realtà, non ci sarebbe molto da ‘incitare’. Il malessere sociale si è fermentato con il passare degli anni grazie ad alla corruzione endemica che ha rovinato il Paese africano. Con l’aumento del Prezzo del carburante, lo Zimbabwe si è posizionato come il Paese con il prezzo più alto ad ogni litro di Benzina secondo il GlobalPetrolPrice e la popolazione teme anche l’aumento dei prezzi del cibo e dei farmaci ad effetto del caro carburante.

In altre parole, la popolazione è intimorita poiché con l’aumentare dei prezzi certi beni primari diventerebbero inaccessibili mettendo un’ulteriore peso sulle spalle di una popolazione che fa già fatica a sopravvivere. Nel frattempo, Mnangagwa, erede di Mugabe, è ancora in gita all’estero, ben lontano dai problemi e dalla realtà sociale degli Zimbabwesi.

TAG: africa, benzina, caro carburante, crisi, esteri, proteste, zimbabwe
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