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Pur di parlare di Caso Cucchi, si è capaci di collegare vicende assolutamente senza alcuna pertinenza tra loro. E’ questo il caso dell’articolo apparso ieri su Il Fatto Quotidiano, con un titolo che nulla ha a che vedere con quella cosa oramai così rarefatta, chiamata verità.
L’articolo parla dell’avvicendamento del Capo dei Corazzieri, l’ufficiale Alessandro Casarsa, e titola così: “L’ufficiale del caso Cucchi lascerà presto il Quirinale”.
Ufficiale del caso Cucchi? Casarsa che non è indagato, nel 2009 comandava il gruppo Roma, alle cui dipendenze vi era un altro ufficiale, Francesco Cavallo indagato per falso ideologico. E’ in sostanza accusato di aver modificato le relazioni di servizio redatte dai Carabinieri di Tor Sapienza. Tanto basterebbe dunque, per dire che Casarsa sia l’ufficiale del Caso Cucchi. Allo stesso modo potremmo dire che i vicini di casa di tutti gli imputati, siano in un certo senso, coinvolti con il caso. Ma non è questo il punto, anche perché nell’articolo è stato scritto che l’avvicendamento probabilmente è dovuto alla scadenza naturale del mandato, tanto quanto la strumentalizzazione messa in atto per deviare l’opinione pubblica verso la convinzione congeniale a chi, di questa storia, sta facendo una campagna di fango contro le divise.
La stessa Ilaria Cucchi infatti, ha condiviso la prima pagina de Il Fatto Quotidiano, accompagnata da un commento che lascerebbe pensare a questo avvicendamento, quale conseguenza del trambusto mediatico scaturito dal caso relativo alla morte del fratello. Più che trambusto mediatico, sarebbe opportuno chiamarlo pastrocchio mediatico, costellato da vere e proprie fake news. Perché il titolo dell’articolo relativo a Casarsa, non può chiamarsi diversamente. Perché scrivere che «La vicenda Cucchi imbarazza il Quirinale. E la Presidenza della Repubblica sta valutando di avvicendare l’attuale capo dei Corazzieri, il generale dei carabinieri Alessandro Casarsa» non risponde a verità e, a confermarcelo, è Andrea Cardilli, Segretario del Cocer Carabinieri.
«E’ solo una strumentalizzazione – dice Cardilli – gli ufficiali hanno un periodo massimo di comando. L’avvicendamento di Casarsa, nulla ha a che vedere con il Caso Cucchi. E’ una prassi che segue il suo iter naturale».
«Oramai non ci stupiamo più di nulla – prosegue – ogni occasione è buona per attaccare l’Arma, per strumentalizzare e colpevolizzare, per cui noi siamo forti, andiamo avanti, aspettiamo il processo, la pronuncia dei giudici. Il resto non ci interessa. L’unica cosa che ci rammarica è che c’è chi, pur di fare notizia, strumentalizza qualsiasi cosa».
Due settimane fa, Andrea Cardilli ha preso parte ad un incontro con il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, alla presenza di tutti i rappresentanti dello Stato Maggiore della Difesa e dei Comandanti Generali.
«Durante l’incontro il Ministro Trenta ha parlato di rispetto. Ho ringraziato lei, il Presidente Fico e i parlamentari che hanno consentito la proiezione del film farsa su Cucchi. Un film che non dice la verità e che tende solo a colpevolizzare e a continuare il processo mediatico. Ho detto al Ministro che questo non è rispetto. Ho ringraziato anche chi, volutamente, non è andato a vedere questo film farsa. Ovviamente, qualora ci fosse una condanna vera nei confronti dei Carabinieri, noi siamo per la giustizia. Ho detto anche al Ministro – prosegue Cardilli – che le proiezioni di questo film nelle scuole, volute da Ilaria Cucchi, stanno scatenando odio nei confronti delle divise. Molto spesso appaiono scritte ‘Carabinieri assassini’. E’ questo che sta scatenando, e nessuno si rende conto della gravità del fatto».
Ilaria Cucchi è spesso ospite di iniziative promosse per parlare di abusi contro le divise, come quella in programma prossimamente in Emilia Romagna, in cui sarà presentato un manuale di autodifesa legale contro gli abusi in divisa. Manuale con una copertina del tutto discutibile, perché è risaputo, durante le manifestazioni lanciare fumogeni, ordigni, molotov, uova e vernici contro la polizia è normale. Quindi non abbiamo ben compreso se l’autodifesa legale sia contro gli abusi in divisa o contro gli abusi di inciviltà.
A proposito di Carabinieri coinvolti, Cardilli non si risparmia un passaggio sul Carabiniere Riccardo Casamassima, oramai noto sui social per le sue denunce su presunte pressioni e ritorsioni dovute alla sua testimonianza pervenuta grazie ad un rimorso di coscienza sorto dopo sei anni.
«Il signor Casamassima, piange sui social per le sue punizioni. Il Maresciallo Mandolini il prossimo 5 dicembre dovrà difendersi in un nuovo procedimento disciplinare, io sono il difensore di fiducia per il suo procedimento di rigore. L’ennesimo. Non per questo andiamo sui social a scrivere che Mandolini sia perseguitato. I suoi procedimenti sono una garanzia, perché grazie a questi potrà difendersi e l’Arma sta agendo in maniera trasparente, legale e trasparente nei confronti di tutti i Carabinieri, come ha sempre fatto. Noi ci fidiamo del nostro Comandante Generale, che fino a prova contraria, è garante di tutti i Carabinieri e siamo solidali con lui, perché quello che sta subendo con questo processo mediatico, non è da tutti».
Ricapitolando, nessun imbarazzo del Quirinale e nessuna attinenza col Caso Cucchi. L’avvicendamento dell’Ufficiale Alessandro Casarsa, avverrà per scadenza del mandato. Tra l’altro Il Fatto Quotidiano l’ha scritto, ma alcuni, volutamente o non, si sono soffermati solo al titolo. Non è così che si chiede e si cerca la verità. Non con la menzogna.