Lo conosciamo tutti, per mesi si sono spese ricerche e congetture sui suoi piani e sul suo coinvolgimento con l’amministrazione Trump. Ora che è stato licenziato dalla Casa Bianca ha fatto approdo in Europa. Il suo obbiettivo? Diffondere il populismo nel vecchio continente. Il suo metodo? Quello già collaudato personalmente durante le due grandi vittorie populiste: la Brexit e le presidenziali 2016.
E’ in questi giorni che si sta definendo con più precisione la sua roadmap, tutta indirizzata verso le elezioni europee di maggio 2019. Ma in contemporanea si fanno sempre più chiari i suoi collegamenti e il suo modus operandi, la sua strategia politica. Una storia che parte dalla famigerata Cambridge Analytica.
La compagnia americana finita al centro dello scandalo che riguarda il più grande social network al mondo,Facebook, rea di aver raccolto illegalmente dati personali e preferenze politiche di milioni di elettori annoverava nel 2015 proprio Steve Bannon come suo vicepresidente. Ed è in questo periodo che la società entra in contatto con “Leave.EU”, associazione politica e di propaganda in cerca di appoggio per la sua campagna pro-Brexit. Cambridge Analytica si adoperò in modo da raccogliere finanziamenti negli Stati Uniti (proibiti dalla legge inglese) ed offrì i suoi servizi social utilizzando una mole di dati raccolti all’insaputa degli utenti per indirizzarli verso i loro contenuti. Operazione che risulterà vincente: prevalse il Leave con il 52% dei voti.
Bannon si spostò poi negli USA dove offrì gli stessi servigi a Donald Trump, diventandone il manager della campagna elettorale. In questo caso furono raccolti illegalmente i dati di 230 milioni di elettori americani, la stragrande maggioranza. Operazione che, insieme alle influenze di diplomatici e hacker russi, portarono alla nascita del Russiagate. Le due indagini in corso sulle sponde dell’Atlantico stanno sempre più convergendo. La situazione è descritta dal parlamentare britannico Collins:”Ci sono legami diretti fra i movimenti politici dietro Trump e la Brexit. Sono coordinati attraverso le frontiere nazionali in un modo mai visto prima d’ora”.
Dovrebbe quindi inquietarci il fatto che Bannon abbia annunciato di voler basare la sede del suo movimento europeo, “The Movement”, proprio a casa del sovranista d’eccellenza:Orban. Il suo scopo è quello di fornire supporto e consulenza a tutte le forze populiste e sovraniste in vista delle europee 2019. Ci troviamo ancora una volta minacciati da interferenze estere nelle nostre campagne elettorali, ricordiamo che tali servizi sono vietati dalla maggior parte dei paesi interessati in quanto catalogati come manipolazioni esterne del sistema democratico.
Ed è proprio questo il rischio. I nostri sistemi elettorali sono influenzati ed attaccati da armi tecnologiche a cui le nazioni non sono in grado di rispondere efficacemente. E se è vero che la democrazia si basa sulla libertà di avere un’opinione informata, le nuove tecniche minano proprio questa radice. Precludendo ai cittadini la possibilità di formare una propria opinione senza interferenze si uccide la loro libertà, ed oggi purtroppo il rischio non solo è concreto ma si sta realizzando sotto i nostri occhi. Non abbassiamo la guardia.